Coronavirus, il dottore che ha inventato un saturimetro fai da te

Matteo Capobussi, appassionato di elettronica, ha costruito “in casa“ uno strumento che permette di misurare l’ossigenazione del sangue

Matteo Capobussi è medico di famiglia specialista in Igiene e Medicina preventiva

Matteo Capobussi è medico di famiglia specialista in Igiene e Medicina preventiva

Triuggio (Monza e Brianza), 10 aprile 2020 - Matteo Capobussi è uno specialista in Igiene e Medicina preventiva. Fa il medico di famiglia a Triuggio ed è pure un appassionato di informatica ed elettronica. Anche lui come tutti i suoi colleghi ha a che fare con l’emergenza sanitaria e con la necessità di visitare e monitorare i suoi pazienti. E in queste settimane si è accorto che oltre alle mascherine mancano i saturimetri, ovvero lo strumento che permette di misurare l’ossigenazione del sangue, primo campanello d’allarme in caso di insufficienza respiratoria da Covid.

Mancano soprattutto negli ospedali e negli ambulatori di periferia. E quindi, dopo aver dato un’occhiata alla sua cassetta degli attrezzi da hobbista, tra circuiti elettrici e schede elettroniche, "mi sono inventato la versione Covid del termometro", racconta. "I saturimetri risultano esauriti nelle farmacie, nelle aziende specializzate, ma anche nella grande distribuzione e nei cataloghi dell’e-commerce, così ne ho progettato e realizzato uno di emergenza, a bassa tecnologia", spiega Capobussi.

Il primo prototipo è stato pronto in poco più di una settimana, "attingendo alle risorse intellettuali rese liberamente disponibili e pubblicate online dagli appassionati di elettronica di tutto il mondo, secondo la filosofia open source". Il contenitore è plasmato con una stampante 3D e all’interno il “cervello“ tecnologico con il software per la misurazione dell’ossigeno nel sangue e la possibilità di collegamento Wi-fi che permette di trasmettere i dati al medico di base, limitando quindi anche i contatti e i rischi di contagio: "Questa tecnologia può affiancarsi ai progetti di sorveglianza domiciliare, in corso di attivazione in questi giorni, secondo i quali un infermiere si reca fisicamente a domicilio del paziente per rilevarne la saturazione esponendolo al contagio".

Ma, ci tiene a precisare Capobussi, "questo progetto è legato all’attuale contesto emergenziale. Qualunque dispositivo medico deve sottostare a precise norme che ne garantiscono la qualità e l’affidabilità, soprattutto se si tratta di prendere decisioni importanti come un ricovero, sulla base dei parametri da esso forniti. Ma in disperata carenza di saturimetri “certificati“ abbiamo comunque adottato una serie di accorgimenti per verificare l’affidabilità di quelli costruiti artigianalmente con una costante taratura in base ai dispositivi medici brevettati. In ogni caso - anticipa Capobussi - abbiamo già attivato contatti con l’ospedale San Gerardo e l’università Bicocca per validare questo prodotto che già è stato dato a un paio di pazienti ai quali, comunque, abbiamo misurato la saturazione con lo strumento certificato".

Certo, "sono in grado di produrne quattro al giorno, al costo di 20 euro (meno della metà di quelli che si trovano in commercio), ma il manuale di istruzione è disponibile a chiunque voglia contribuire a sfruttare il meglio della tecnologia. Anche faidate".