Coronavirus, rivolta nelle fabbriche: chi lavora è più esposto

Indignazione dei delegati sindacali dopo il messaggio di Conte. Il segretario Occhiuto: "La salute dei dipendenti viene dopo il profitto"

Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza

Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza

Monza, 13 marzo 2020 - «Tutti si fermano , noi lavoriamo ci esponiamo al contagio del coronavirus". E’ rivolta nelle fabbriche brianzole. "Mercoledì sera, appena ha finito di parlare il premier Giuseppe Conte, i delegati sindacali nelle Rsu hanno sfogato la loro indignazione attraverso i messaggi di WhatsApp", racconta Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza. Il motivo della rabbia, è presto detto: "Si chiude tutto ma non le fabbriche, è come se la salute dei lavoratori venisse dopo il profitto", protesta Occhiuto. Il fatto è che il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha reso più stringenti le misure per contenere la diffusione del contagio ma ha portato scompiglio nelle fabbriche metalmeccaniche della Brianza. "I casi di contagio esplosi nei giorni scorsi all’interno delle aziende, ci dicono una cosa chiara e cioè che le fabbriche ed i luoghi di lavoro possono diventare i nuovi focolai per cui occorre che chi lavora dentro lo deve fare nelle condizioni di sicurezza più alta".

Così Fim, Fiom e Uilm hanno dato mandato alle rsu "di aprire confronti con le rispettive direzioni aziendali per affrontare il tema delle condizioni di lavoro per evitare forme di contagio". Si scopre così "che sono moltissime le aziende dove non si è dato applicazione alle stringenti misure di sicurezza e pertanto abbiamo ritenuto necessario avviare un confronto per chiedere che, dove non ci sono le condizioni di sicurezza, si proceda ad un rallentamento o uno stop alla produzione". E’ anche vero che "In tantissime aziende oggi c’è una presenza ridottissima di personale, molti hanno comunicato malattia oppure sono in ferie".

Nelle realtà più importanti si sta ragionando su una diminuzione delle attività produttive per le prossime due settimane. "In St si dovrebbe raggiungere l’accordo per un dimezzamento delle presenze utilizzando permessi retribuiti a carico dell’azienda. Confronto aperto in Candy, in Beta, in Peg ed altre". In più: cassa integrazione alla Berta, Alfalaval, Varinelli, Babcock, Borgwarner, Malvestiti e molte altre aziende. Scioperi si segnalano in STS, Canalplast, Hanneke Oms, Cgs, Cpm. Potenziato lo smartworking in Toshiba, Lutech, Imi Norgre, Toyo Tanso, Sm optics e Black & Decker. "Il confronto è generalizzato". Le Rsu hanno mandato una lettera-tipo alle migliaia di aziende brianzole chiedendo un incontro urgente "per la gestione emergenza Covid 19". «Lavorare in sicurezza e tutelare la salute nei luoghi di lavoro per sconfiggere il Virus sono la condizione necessaria per rilanciare l’economia del Paese, l’occupazione ed anche la capacità produttiva dell’azienda nella quale ci troviamo ad operare". L’obiettivo è di contenere il virus con "un’immediata e necessaria riduzione o sospensione delle attività lavorative anche attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali". In caso di riscontro negativo "la Rsu si riserva di indire iniziative di mobilitazione a sostegno della presente istanza non escludendo una richiesta di intervento agli organi preposti".