Corale Monzese, da 130 anni le cantano a tutti

Nati per la lirica, il 25 marzo porteranno in scena il Nabucco

La prima formazione della Corale monzese, nata nel 1888

La prima formazione della Corale monzese, nata nel 1888

Monza, 16 marzo 2018 - Domenica 25 marzo (ore 16) al teatro Manzoni metteranno in scena il Nabucco, il primo grande successo di Giuseppe Verdi. Per l’occasione, si esibiranno trenta orchestrali, un cast di professionisti sulla scena, costumi e scenografia di prim’ordine, trucco e acconciature dell’Accademia Professionale PBS di Monza. Regia della giovane monzese Elena D’Angelo, e a dirigere l’orchestra il Maestro Damiano Cerutti, coordinamento e realizzazione di Piera De Luca e del Maestro Aldo Ruggiano, rispettivamente presidentessa e direttore della Corale Monzese.

Bisogna essere un po’ folli e profondamente innamorati della musica lirica per cimentarsi oggi in un’impresa del genere, senza avere alle spalle che la propria passione. Alla Corale Monzese, che quest’anno festeggia i 130 anni di vita e che per provare si ritrova nei seminterrati di una scuola elementare, lo sono. "In fondo, siamo nati per la lirica e non intendiamo tradirla" dice facendo spallucce Piera De Luca, elegante signora che da vent’anni fa parte dell’associazione e spende ogni energia per tenere in piedi e dare lustro alla Corale Monzese, di cui è presidentessa.

Per allestire un’opera impegnativa come il Nabucco in un teatro che tanto teatro non è (il Manzoni è un ex cinema, e si vede e si sente), hanno eliminato quattro file pur di far posto a tutta l’orchestra. I biglietti (in vendita al costo di 25 e 22 euro) insieme ai  contributi degli sponsor serviranno a malapena per coprire le spese di un allestimento tanto oneroso, «ma la nostra associazione non ha alcuno scopo di lucro, noi facciamo tutto solo e unicamente per la musica. Su base volontaria. E per Monza. Ecco, vorremmo soltanto che a volte ci fosse riconosciuto da questa città».

La storia della Corale Monzese del resto è eccezionale. "È la più antica associazione culturale della città" spiega con orgoglio Piera De Luca. Era verosimilmente il 1888 (anche se non si trovano documenti ufficiali a certificare la vulgata orale) quando un gruppo di amici e appassionati che si ritrovava solitamente in un modesto locale, la vecchia trattoria Zucchi in borgo Como, al quartiere San Biagio, decise di mettere in piedi la corale. Nessuna differenza di classe sociale, a comandare solo l’amore per la musica lirica. Non a caso tra i fondatori c’erano - allo stesso livello - un calzolaio (un tenore) e un cavaliere. In comune, ovviamente, la passione per la musica, quella lirica in particolare. "Erano altri tempi – spiega ancora Piera De Luca – in cui la lirica era la musica popolare per eccellenza, si ascoltava e si suonava dappertutto, la gente la cantava per strada". Un’arte che interpretava il mondo, e che conobbe i suoi vertici proprio con Giuseppe Verdi, a cui non a caso dopo la sua morte per diversi anni fu intitolata la stessa Corale Monzese. Oggi però il mondo della musica lirica, almeno in Italia, non è più così. Le ragioni sono arcinote. "I giovani ascoltano altre cose e fatichiamo persino a trovare elementi che cantino nella nostra corale. Ce ne sono oggi 30-35 (gli altri che ascolteremo per il Nabucco arrivano da collaborazioni con altri cori), l’età media va dai 40-45 anni in avanti.  Molti oggi hanno paura a venire a cantare da noi, temono di non essere all’altezza o comunque non hanno la tenacia per impegnarsi. E invece ci piacerebbe convincere le persone che non serve essere dei bravissimi cantanti per entrare in un corso. Si può imparare passo dopo passo. Fa bene all’umore e alla vita. E questo è il nostro accorato appello".

Di mollare comunque, la Corale Monzese, che sta già pensando a una serie di iniziative di prestigio per festeggiare i 130 anni di attività, non ha alcuna intenzione.  "La Corale è sopravvissuta a due conflitti mondiali, non ci possiamo fermare ora. Monza del resto ha una grandissima tradizione, a inizio secolo dal Teatro Sociale transitavano i più grandi spettacoli che arrivavano dal Teatro Alla Scala di Milano. Direttori della Corale Monzese hanno composto brani importanti come l’inno dei Cappellai, quello per il Monumento ai Caduti e il primo Maestro musicò la preghiera della Regina Margherita per la morte di Umberto I: era stata chiesta a Verdi, ma il Maestro era malato e toccò alla nostra Corale. La preghiera fu cantata all’inaugurazione della Cappella Espiatoria". Ambizioni? "Riempire i teatri in cui ancora andiamo a esibirci, trasmettere ai giovani la nostra passione e convincere i Monzesi a venire a cantare con noi".

Torniamo per un attimo al Nabucco che metterete in scena il 25 novembre. Chi sentiremo? Mauro Bonfanti sarà Nabucco, il baritono. Ismaele sarà interpretato dal tenore Alessandro Moretti, Zaccaria sarà il basso Danilo Garibaldi». E le donne? "Renata Campanella, che ha vinto in una speciale audizione per questo ruolo, farà Abigaille, mentre Fenena, la figlia di Nabucco, sarà il mezzosoprano giapponese Hideko Ogino". E il coro, ovviamente, toccherà alla Corale Monzese.