Controllo di vicinato: patto con 26 comuni

La prefetta Palmisani ha riformulato il testo: per le segnalazioni dei cittadini previsto un agente di polizia locale referente in ogni paese

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di Marco Galvani

La sicurezza non ha bisogno di eroi improvvisati e impreparati. Scordatevi le ronde notturne o i pattugliamenti in divise faidate. Servono sentinelle, quelle sì. Per segnalare reati o situazioni di pericolo. E’ così che il lavoro di polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili può diventare sempre più capillare ed efficace. Perché "la sicurezza non è soltanto repressione - ricorda il questore Marco Odorisio -. La sicurezza comincia dalla prevenzione. E quella la fanno (anche) i cittadini con i loro comportamenti". È così che è nato il controllo di vicinato. I vicini di casa che tengono gli occhi aperti gli uni sugli altri. Avvistamenti e segnalazioni soprattutto contro i furti nelle case e i truffatori che prendono di mira gli anziani. Ma andare in ordine sparso è solo una dispersione di energie, di risorse e di tempo. Già c’era una sorta di ‘regolamento’ per l’organizzazione dei gruppi di controllo di vicinato definito dalla Prefettura, ma solo tre Comuni della Brianza l’avevano sottoscritto.

Troppo pochi in una provincia con 55 comuni e oltre 800mila abitanti. Qualcuno si è organizzato in proprio, tuttavia "per rendere maggiormente efficace la collaborazione tra istituzioni e cittadini è stato necessario regolamentare meglio una iniziativa che ha lo scopo di stimolare il senso civico e, di conseguenza, di contribuire ad aumentare il livello di sicurezza, anche percepita", le parole della prefetta Patrizia Palmisani. Così l’esperienza sul campo ha suggerito un aggiornamento che ha portato all’elaborazione di un nuovo testo a cui hanno già aderito 26 sindaci, da Monza, Meda, Seregno, Cesano Maderno, Biassono, Brugherio e Concorezzo alle città più piccole come Albiate, Usmate, Burago. Due gli aspetti di novità che riguardano, da una parte il rapporto tra le istituzioni, dall’altra la collaborazione tra istituzioni e cittadini. Innanzitutto "i sindaci avranno la possibilità di chiedere la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza in caso di particolari situazioni da gestire e risolvere - spiega la Prefetta -. Per questo motivo abbiamo chiesto una mappatura del territorio di ogni singolo comune per individuare le aree maggiormente sensibili e, quindi, per poter calibrare in maniera capillare ed efficace gli interventi delle forze in campo". E ancora, "è necessario migliorare ulteriormente la comunicazione tra le varie forze di polizia per evitare che possano esserci sovrapposizioni".

Agli uomini in divisa si aggiungono poi i cittadini che "senza alcuna connotazione politica e senza distintivi" avranno un ruolo di informatori seguendo la regola che "non devono avere una parte attiva nella repressione dei reati". Per ottimizzare la collaborazione "sarà individuato, in ogni comune, un canale di comunicazione diretto con un referente della polizia locale".

Sarà l’agente, poi, a coinvolgere la Questura, l’Arma dei carabinieri guidata dal colonnello Gianfilippo Simoniello, che "grazie alle stazioni garantisce una presenza capillare su tutta la Brianza" e la Guardia di finanza. Perché "oltre all’ordine pubblico è importante anche l’ordine economico - sottolinea il colonnello Maurizio Querqui, comandante provinciale delle Fiamme Gialle -. E i cittadini sono ‘antenne’ che possono segnalare frodi, timori sulla sicurezza dei prodotti acquistati e anche sospetti sulla spesa pubblica".