Monza, rapine e pestaggi in centro: condannati al volontariato

Pena sospesa a due ragazzi, ma dovranno fare 300 giorni di servizi sociali

Le telecamere avevano immortalato il pestaggio a cui era stato sottoposto un filippino

Le telecamere avevano immortalato il pestaggio a cui era stato sottoposto un filippino

Monza 14 giugno  2019 – Per combattere la noia delle solite giornate a bivaccare in centro tra birra, marijuana e musica a tutto volume, trasformavano in realtà i gesti violenti da criminale del videogioco “Grand theft auto” commettendo rapine con brutali pestaggi. Ora hanno avuto una condanna a 2 anni e 3 mesi con la pena sospesa ciascuno, che diventeranno da scontare in carcere, però, se non accetteranno di dedicarsi per 300 giorni al volontariato.

Questa la sentenza decisa dalla giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta nel processo con il rito abbreviato nei confronti di E.S., 18enne di Monza e F.M., 19enne di Limbiate, due dei componenti della “compagnia del centro” che da tempo terrorizzavano i coetanei nel cuore della città di Monza per miseri bottini. I due ragazzi italiani erano stati arrestati insieme ad altri due italiani e a due sudamericani, un peruviano e un dominicano, tutti tra i 18 e i 24 anni, dagli uomini della Questura di Monza al termine delle indagini dirette dal dirigente Michele Sinigaglia e coordinate dal pm della Procura monzese Carlo Cinque, su ordine di custodia cautelare della gip monzese Cristina Di Censo. E.S. e F.M. hanno ottenuto gli arresti domiciliari dal giudice dopo gli interrogatori di garanzia, dove sostanzialmente ammesso le accuse contestate. Ora, dopo la condanna con la pena sospesa, i loro legali dovranno trovare un ente o un’associazione dove possano svolgere l’attività di volontariato, pena il ritorno dietro le sbarre. Inoltre i due ragazzi devono ancora essere giudicati per altre rapine in concorso con gli altri imputati e rischiano di superare il limite massimo della pena sospesa se la condanna non dovesse essere lieve.

Secondo gli inquirenti E.S. era uno degli “elementi di spicco” della gang che bivaccava nelle piazze del centro e che colpiva seguendo un istinto “violento, parassitario, e prevaricatore”, come ha scritto la gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Mentre F.M., che ha avuto un figlio dalla compagna un annetto fa, faceva orecchie da mercante alle implorazioni della ragazza di trovarsi un lavoro e ai rimproveri della mamma che aveva predetto come avrebbe prima o poi “pagato con la galera”. I due, insieme anche a due minorenni indagati dalla apposita Procura, sono accusati a vario titolo di rapine violente per un bottino di pochi euro, un telefonino e una mountain bike. I due sudamericani e il monzese C.A., 21 anni, sono anche accusati di tentato omicidio, commesso il 15 gennaio scorso ai danni di un ragazzo filippino, pestato a sangue davanti a un venditore di kebab nei pressi della stazione ferrovaria monzese.