Concorezzo, molotov contro caserma dei carabinieri: caccia al bombarolo incappucciato

Video di sorveglianza ai raggi X ma anche esami sugli ordigni

DA NON ESCLUDERE L’attentato potrebbe essere legato  a un’inchiesta locale che potrebbe avere infastidito qualcuno

DA NON ESCLUDERE L’attentato potrebbe essere legato a un’inchiesta locale che potrebbe avere infastidito qualcuno

Concorezzo, 28 dicembre 2018 - E' febbrile il lavoro sul fermo immagine con l’incappucciato che lancia le molotov nel cortile della caserma dei carabinieri a Concorezzo. Si confronta il frame registrato alle 5 di domenica mattina con il materiale raccolto dalle telecamere posizionate sulle potenziali vie di fuga e accesso all’area. L’ipotesi è che l’attentatore abbia nascosto il volto solo una volta arrivato dalle parti di via Ozanam, dove è entrato in azione lasciando tutti di sorpresa.

Le indagini per rintracciarlo sono a 360 gradi, è una vera e propria caccia all’uomo. Un lavoro certosino di confronto e intuizione, alla ricerca di dettagli, anche minimi, sugli abiti, sul modo di muoversi. Ma non c’è soltanto la tecnologia. Sotto la lente degli investigatori è finito chiunque abbia avuto a che fare con la stazione cittadina negli ultimi mesi. Si riaprono i faldoni, si studiano relazioni e rapporti. Nel frattempo, sono in corso esami scientifici sui reperti degli ordigni artigianali recuperati in cortile, uno esploso, l’altro no.

È successo tutto in fretta, come racconta la preziosa sequenza filmata dall’impianto di videosorveglianza. Sono stati gli stessi bersagli dell’agguato a compiere i primi rilievi, ad avviare i controlli e a isolare l’area in attesa dell’arrivo degli specialisti. Spetta alla Procura di Monza ricostruire il puzzle con i militari. Ma il punto è il movente possibile per un’azione che in zona non ha precedenti. Due le piste ritenute ancora valide. Quella di un gesto dimostrativo, diretto contro i carabinieri come istituzione. Ma un fatto identico è accaduto non molto tempo fa a Roma, piazza diversa per ragioni politiche, lontana anche come ambiente dalla Brianza.

I carabinieri ragionano quindi sul motivo che ha spinto l’uomo ad agire su un obiettivo come una stazione periferica, dove transitano piccoli delinquenti, per lo più ladri, truffatori, rapinatori di piccolo calibro. Da questa anomalia, l’idea di una seconda pista, legata a un’indagine locale, che potrebbe avere infastidito qualcuno. Per questo si studiano e si rileggono i rapporti sugli interventi, le relazioni di servizio, per risalire a situazioni critiche che possano fornire lo spunto giusto. Un lavoro lungo e complesso. Sarà poi il pm a trarre le conseguenze dell’inchiesta, quando giungeranno i rapporti degli investigatori scientifici sui resti delle bottiglie scagliate contro la stazione dei militari.