
Come in un videogame. Il super chirurgo “opera“ l’ologramma del paziente
Come in un videogame. Speciali visori di realtà virtuale e un “avatar“ del paziente per un intervento chirurgico con una precisione millimetrica. È stato eseguito all’Irccs San Gerardo una complessa operazione su un paziente di 77 anni con un voluminoso tumore del lobo destro del fegato. L’utilizzo di questa tecnica si è reso necessario per la presenza di una neoplasia che per dimensioni e localizzazione ha reso necessaria l’asportazione completa del fegato di destra, non possibile con una singola operazione secondo la tecnica tradizionale in quanto il fegato residuo di sinistra non sarebbe stato - in termini di volume - sufficiente per garantire un funzionamento adeguato. La peculiarità dell’intervento, eseguito dall’équipe della Chirurgia epatobiliare composta da Fabrizio Romano, Mauro Scotti, Mattia Garancini, Cristina Ciulli e Francesca Carissimi, in collaborazione con l’équipe di anestesisti e di sala operatoria dedicate a questa chirurgia, è costituita dal fatto che il team si è avvalso delle tecniche di ricostruzione tridimensionale del fegato e della realtà aumentata sia nella fase preoperatoria sia durante l’intervento chirurgico.
"Si tratta di una nuova tecnologia – spiega Romano, responsabile della Chirurgia epatobiliare dell’Irccs San Gerardo – che sviluppa un modello tridimensionale dello specifico tumore di quel determinato paziente, nel contesto del proprio organo bersaglio, che permette di cambiare totalmente la percezione della malattia da parte del chirurgo. Come primo step è stato, infatti, creato un ologramma tridimensionale del fegato che attraverso un visore ha permesso la visualizzazione dell’organo ricostruito attraverso l’elaborazione dei dati della Tac del paziente utilizzando un visore di realtà virtuale". Nello specifico si utilizza un software che, partendo dalle immagini in due dimensioni della Tac, genera un rendering tridimensionale. "L’ologramma – continua il professore – è stato utilizzato nella fase preoperatoria per valutare la posizione del tumore rispetto all’anatomia vascolare del fegato e successivamente, in sala operatoria, è stato sovrapposto in tempo reale sul fegato del paziente - tra realtà e virtuale - sempre attraverso l’utilizzo del visore in maniera da verificare sia la linea di resezione dell’organo sia le strutture vascolari all’interno del fegato così da effettuare un intervento ad altissima precisione". All’atto pratico, si tratta quindi di creare una sorta di visione “dinamica” dell’anatomia statica dell’organo. Mentre si opera infatti è possibile ruotare il modello tridimensionale dell’organo e capire meglio dove intervenire.
In questo modo si avrà una visione del tumore corrispondente a quella reale, più simile a quella che è la visione del chirurgo. Una tecnologia all’avanguardia che entra a far parte della dotazione dei chirurgi dell’équipe dell’Irccs, ed insieme alla tecnologia a fluorescenza e alla visione 4K, "costituisce il massimo attualmente a disposizione per effettuare interventi di chirurgia epatica sempre più complessi, ma nel contempo sempre più precisi".