Cogliate resta con 3 dottori su 6

Dopo il caso del collega andato in pensione senza che Ats informasse i pazienti

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di Gabriele Bassani

Nel giro di sei mesi a Cogliate verranno a mancare altri due medici di medicina generale: saranno in tutto 3 (su un totale di 6) quelli che lasceranno l’incarico in paese nel 2022, dopo il caso del medico andato in pensione il 31 marzo senza che Ats informasse per tempo i pazienti. Per evitare il ripetersi di una situazione simile, l’Amministrazione comunale, nel corso di una riunione svoltasi in settimana, ha chiesto all’Agenzia di tutela della salute di muoversi per tempo non solo per l’informazione all’utenza ma soprattutto nella ricerca di soluzioni alternative. Uno dei due medici in procinto di cessare servizio in paese dovrebbe trasferirsi in altra località già dal prossimo primo luglio. L’altro andrà in pensione alla fine dell’anno.

La situazione rischia di diventare critica, come già accaduto per esempio a Limbiate o Cesano Maderno. Il rischio è che a Cogliate entro la fine dell’anno rischiano di esserci altri 3.000 pazienti senza medico di medicina generale e con la difficoltà di trovarne di alternativi, disponibili al momento, col contagocce, solo nei comuni vicini. Da parte sua il Comune avrebbe già dato la disponibilità a mettere a disposizione locali (anche privati) come ambulatori, a titolo gratuito o a prezzi calmierati per incentivare l’arrivo di nuovi medici, la cui assegnazione però dipende esclusivamente da Ats. Il problema della mancanza dei medici di medicina generale. Adesso il problema si manifesta in tutta la sua drammaticità anche a Cogliate dove ad avere le maggiori difficoltà sono le persone anziane, che rischiano di non poter contare più su un medico di riferimento e di dover cambiare comune per raggiungerlo.

Ad oggi infatti, i pazienti rimasti senza medico sono stati dirottati su medici con ambulatori a Ceriano Laghetto o Misinto o Lazzate, che formano un distretto unico con Cogliate. Ma da queste parti non esistono collegamenti di trasporto pubblico efficienti tra i comuni e quindi i pazienti senz’auto sono in forte difficoltà, in particolare anziani che, con l’ambulatorio in paese riuscivano comunque a raggiungerlo anche a piedi o in bicicletta. Una prima possibile soluzione alternativa, come già avvenuto altrove, potrebbe essere l’impiego delle Usca, Unità speciali di continuità assistenziale, che potrebbero però prendersi in carico solo un numero ridotto di pazienti in ambulatori condivisi, come già avviene per esempio a Limbiate.