Chateau d’Ax, la crisi in tribunale

Richiesta di concordato preventivo "per ristrutturare il debito"

PAURA Per i lavoratori si apre un periodo buio

PAURA Per i lavoratori si apre un periodo buio

Monza, 20 ottobre 2018 - Il futuro di Chateau d’Ax e quello dei suo dipendenti è ora nelle mani del Tribunale di Monza. Per i lavoratori della cooperativa esterna che si occupa di logistica, arriva l’incubo del mancato pagamento dello stipendio e il rischio concreto di perdere questo posto di lavoro. Ieri mattina, in un incontro tra azienda e rappresentanti sindacali, hanno trovato conferma le voci circolate ufficiosamente negli ultimi due giorni, ovvero la decisione della proprietà di presentare domanda di concordato preventivo al Tribunale di Monza.

«Siamo stati convocati per discutere di un piano di Cassa integrazione ordinaria e ci siamo trovati davanti la decisione presa di un concordato preventivo», spiega Maria Ciociola, funzionaia Fillea Cigl Monza e Brianza. «La proprietà si è giustificata dicendo che la situazione ha preso una piega diversa all’improvviso nell’ultima settimana, costringendola a questa scelta. Ma al contempo rassicura che si tratta di una scelta finalizzata alla continuità aziendale. C’è piena volontà di proseguire con questa impresa e il piano presentato al Tribunale mira a superare una situazione di crisi momentanea. Noi in questa fase non possiamo che attendere la risposta del Tribunale, da cui dipenderanno anche i trattamenti per i lavoratori».

Al momento i dipendenti non hanno sofferenze in corso, avendo ricevuto l’ultimo stipendio il 10 ottobre scorso. Si tratta piuttosto di capire come l’azienda intende procedere con i livelli di produzione e quindi di occupazione nei mesi successivi. La comunicazione diffusa dall’azienda nei giorni scorsi riferisce di un concordato «per il rilancio e per la ristrutturazione del debito», indicando tra gli obiettivi quelli di «migliorare il livello delle forniture ai livelli distintivi che hanno reso possibile il successo commerciale di Chateau d’Ax, migliorare l’efficienza logistica e dei processi produttivi, rimuovendo le criticità che hanno inciso negativamente sulla attività aziendale recente».

La richiesta di concordato preventivo esclude in automatico la possibilità di accedere alla cassa integrazione ordinaria, come inizialmente ipotizzato dall’azienda, ma si apre eventualmente la possibilità di una richiesta di cassa integrazione straordinaria che però al momento non è stata indicata dall’azienda. Per il momento, le organizzazioni sindacali mantengono una posizione cauta, di attesa degli eventi, ma è indubbio che le iniziative degli ultimi giorni stanno creando preoccupazione nei 92 dipendenti della storica azienda leader negli elementi d’arredo.