Cento tamponi per proteggere operatori e ospiti della Rsa di Desio

Obiettivo: evitare che un nuovo focolaio mandi in tilt l’intera struttura come è accaduto in primavera, con 18 vittime

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di Alessandro Crisafulli

Un pacchetto di 100 tamponi da poter somministrare prima possibile a dipendenti ed ospiti, per evitare che un nuovo focolaio mandi in tilt, nuovamente, l’intera struttura, come accaduto a tante altre in tutta Italia.

È una forte azione di prevenzione quella che i vertici della Rsa di Desio hanno deciso di mettere in campo, per arginare un possibile, nuovo, contagio di massa. Dopo quello che nella prima ondata ha colto il 65% degli ospiti, provocando 18 vittime. "Ci sono accertamenti in corso su alcuni dipendenti, ma al momento non abbiamo positivi confermati - spiega il presidente Gian Battista Aceti -. Abbiamo fatto un accordo con un laboratorio privato qui in Brianza per un pacchetto di 100 tamponi, pagato a nostre spese. Il livello di guardia è tornato altissimo". Una situazione molto complessa, quella che anche la Gavazzi sta vivendo, "una situazione preoccupante", la definisce il presidente. Pochi - secondo chi governa le residenze per anziani - davvero si stanno rendendo conto dell’enorme sforzo organizzativo e gestionale che tutte le strutture sociosanitarie stanno mettendo in campo per salvaguardare la salute dei loro ospiti.

"La conciliazione delle esigenze sanitarie con la vita degli anziani nelle sue componenti esistenziali di relazioni, di affetti, di riconoscimento, sta mettendo a dura prova sia gli stessi anziani, sia gli operatori delle Rsa - ha scritto Marco Noli, docente dell’università Cattolica in un report preso a modello dal presidente della struttura desiana per rappresentare la situazione attuale -. Questo tema, già presente prima nella Rsa, con l’infezione pandemica è esploso e costituirà la vera sfida della futura organizzazione. È chiaro che la questione va oltre l’ingresso dei parenti nella Rsa, aspetto molto importante su cui giustamente molti si sono soffermati, ma riguarda la qualità della vita dell’anziano nel suo complesso. La solitudine e la mancanza di relazioni fanno anch’esse ammalare".

Gli ingressi dei parenti, come da recente normativa, sono stati di nuovo sospesi, "e già prima che fosse reso obbligatorio", sottolinea Aceti, che alla grande preoccupazione sanitaria aggiunge quella economica. "La Regione il 3 novembre ha approvato una serie di interventi per le Rsa ma ad oggi non sappiamo ancora di preciso quali siano e di quale entità - spiega il presidente -. L’impatto anche economico è stato molto forte e non possiamo certo farlo pesare sulle rette degli utenti. C’è bisogno di aiuti certi, importanti e anche in tempi ragionevolmente brevi per poter sopravvivere anche come struttura".

L’altra variabile critica, in generale, è il personale, tra chi rimane contagiato, chi deve andare in quarantena e chi in malattia, a fronte di grandissime difficoltà nel reperire nuove figure disponibili, in un momento così delicato e pericoloso per tutti. Un altro tassello complesso di un puzzle preoccupante.