C’è il decreto, il San Gerardo diventa Ircss

Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico specializzato nelle malattie pediatriche rare. Moratti: "Traguardo importante"

di Marco Galvani

Il San Gerardo diventa Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Specializzato nelle malattie pediatriche rare, ma inserito in un ospedale multispecialistico. Un riconoscimento che arriva al termine di un percorso avviato a metà del 2019 e che – grazie a maggiori finanziamenti – aumenterà il livello della ricerca e permetterà di arrivare a cure migliori e più innovative. Oggi al San Gerardo la ricerca appoggia già su realtà concrete: medicina nucleare, una cell factory (il laboratorio Verri) per la produzione di farmaci che vengono anche venduti ad altre strutture e un centro di ricerca di Fase 1, uno dei pochissimi a livello nazionale che l’Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato per poter sperimentare terapie innovative su malattie a cui la medicina tradizionale non sa dare risposta.

Oggi la Asst di Monza avvia oltre 400 sperimentazioni cliniche all’anno, la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma (Mbbm) – che gestisce il dipartimento materno-infantile del San Gerardo - 160. L’Asst riesce ad attrarre 7 milioni di finanziamenti, la Fondazione altri 8,8, l’università Bicocca 6,1 milioni. Con la trasformazione in Irccs potrebbero crescere del 30-40%.

"Si tratta di un traguardo molto importante – le parole dell’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti –, con una focalizzazione sulle malattie pediatriche che, però, è inserita in un percorso che faciliterà la transizione dall’età pediatrica a quella adulta. Una crescita che, comunque, non comporterà nessun cambiamento per i cittadini di Monza, della Brianza e della Lombardia perché rimarranno tutte le specialità e verranno curate tutte le patologie così come vengono curate adesso".

Ma la scelta di concentrare l’attenzione sulla vocazione pediatrica poggia sul fatto che l’ospedale e la Fondazione Mbbm sono tra le prime strutture in Lombardia per numero di diagnosi di malattie rare e, per questo, inserite nella rete di riferimento europeo nelle malformazioni cranio-facciali su base genetica, nelle malattie ematologiche rare, del fegato, in quelle metaboliche congenite oltre che polmonari e neurologiche rare. In particolare le attività si svilupperanno secondo due linee principali di ricerca: da una parte sulle malattie rare dell’adulto e in età pediatrica, dall’altra sull’oncologia pediatrica. Su quest’ultimo fronte, gli investimenti saranno rivolti "allo sviluppo e all’applicazione di protocolli diagnostici e terapeutici avanzati per il trattamento delle leucemie e linfomi a livello nazionale e internazionale, come le tecniche di genomica per l’identificazione del profilo genetico del singolo paziente e lo sviluppo della terapia genica".

Si aprono così nuove prospettive di cure a chiusura di "un percorso che rende merito a una struttura d’eccellenza, apprezzata non solo a livello italiano, ma su scala internazionale – l’orgoglio del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana –. Un punto di riferimento del sistema sanitario lombardo che fa della cura, della prevenzione e della ricerca un modello costituito da donne e uomini di grandissima professionalità". Un riconoscimento che diventa "una grande occasione per supportare il lavoro di tanti ricercatori e un enorme valore aggiunto per il territorio", assicura l’assessore regionale a Ricerca e innovazione Fabrizio Sala.

Perché, chiarisce Moratti, "un Irccs è uno strumento di innovazione che ha ricadute sia sul paziente sia sulla filiera del farmaco e dell’industria biomedicale. Si possono creare connessioni in grado di innescare un circolo virtuoso per trovare cure nuove".

Adesso, con il riconoscimento definitivo in Irccs, il ministero della Salute dovrà pubblicare un bando nazionale per l’individuazione del direttore scientifico della Fondazione che andrà a comporre il consiglio di amministrazione insieme con un rappresentante della Fondazione Mbbm, 5 di Regione Lombardia, uno della Fondazione Tettamanti, uno del Ministero e uno del Comune di Monza. Al momento l’unico componente nominato è proprio quello di Monza, scelto in primavera dall’ex sindaco Dario Allevi: si tratta di Paolo Tagliabue, direttore del dipartimento materno-infantile fin dal 2000, e direttore sanitario e della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale fino al 2019 per la Fondazione Mbbm.