Caserma Pastrengo, agenti a rischio sfratto

Dietro la decisione ci sarebbe la "volontà di non spendere altri soldi per ristrutturare le palazzine"

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di Marco Galvani

Gli agenti della caserma Pastrengo a rischio ‘sfratto’. A lanciare l’allarme è Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, dopo la "preannunciata chiusura" di una parte della caserma lungo via Lecco, un tempo dell’esercito e da quasi vent’anni assegnata agli agenti del carcere. Dietro la decisione dell’Amministrazione penitenziaria ci sarebbe la "volontà di non spendere altri soldi per ristrutturare le palazzine della caserma". Già erano state parzialmente sistemate, intervenendo sull’impianto di riscaldamento, ma quando i soldi del Ministero sono finiti, i cantieri si sono fermati.

Oggi alla Pastrengo vivono quaranta agenti sistemati in una palazzina suddivisa in alloggi singoli, un altro edificio è dedicato a locale hobby, un terzo ospita dieci appartamenti per altrettante famiglie, compresa quella del comandante della polizia penitenziaria di Monza. Un’altra palazzina, invece, è in disuso. "In base a quanto prospettato, l’edificio con le famiglie e quello hobby rimarrebbero, mentre verrebbero restituiti al Demanio di Milano quello abbandonato e quello che accoglie gli accasermati – spiega Beneduci -. Una situazione che, evidentemente, metterebbe in difficoltà il personale che beneficia di un alloggio".

Perché comunque le stanze a disposizione nella caserma all’interno del carcere in via Sanquirico non sono sufficienti a coprire i bisogni abitativi degli agenti. E pure i 10 appartamenti per altrettanti poliziotti con le rispettive famiglie, sempre in via Sanquirico, sono al completo. Per questo il sindacato si rivolge anche al sindaco di Monza Dario Allevi. Per riuscire a "trovare una soluzione che non penalizzi gli agenti", 317 quelli in servizio in città. Tra l’altro "se la caserma venisse dismessa, l’Amministrazione penitenziaria sarebbe responsabile di un notevole quanto inutile impiego di risorse economiche pubbliche negli anni scorsi per la riqualificazione e per la presa in consegna".

E allora, "se il problema sono le risorse, come già positivamente sperimentato a Roma nella manutenzione delle strade e del verde pubblico, si potrebbe creare un gruppo di detenuti a cui affidare gli interventi all’interno della caserma". Dentro, ma anche all’esterno. Oggi la caserma Pastrengo è un ‘fortino’ dimenticato dallo Stato. Non è nemmeno stata issata la bandiera italiana che identifica gli edifici pubblici, né è stata apposta alcuna targa che qualifichi lo stabile e in modo particolare la presenza di un presidio militare e di sicurezza. Tanto che il muro di cinta è imbrattato da un campionario di scarabocchi quando non di insulti alle forze dell’ordine.