Case e ospedali di comunità C’è anche l’infermiere di famiglia

I pazienti non saranno più soli, una rete capillare con tanti punti di riferimento in diversi Comuni

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di Barbara Calderola

Case e ospedali di comunità, rivoluzione nelle cure, l’Asst lancia il piano che cambierà faccia alla sanità brianzola. Una rete capillare con tanti punti di riferimento, tutti quelli di cui si è sentita la mancanza durante la pandemia, l’obiettivo è accorciare la distanza con i pazienti. Per vederla realizzata per intero bisognerà attendere fino al 2024 . Ma si parte subito: con l’arrivo dell’infermiere di famiglia ad Agrate, il primo è in servizio da metà luglio a Lissone.

Nasce tutto da un accordo fra l’Azienda e il Municipio, due i compiti del nuovo ambulatorio che avrà sede in via Ferrario 48: "Offrire un punto di riferimento e visitare i malati a domicilio quando necessario", spiega Guido Grignaffini, direttore socio-sanitario. Fra le prestazioni, medicazioni, rimozione di punti, infusioni di farmaci. Cioè tutti quegli interventi che sono una grossa fetta della domanda. Per il sindaco Simone Sironi "un passo importante per la tutela della salute, l’infermiere stringe le maglie di una rete troppo lenta allo scoppio della crisi sanitaria". Seguirà una lunga serie, i prossimi ambulatori apriranno a Giussano e Cesano Maderno, "alla fine ce ne saranno 110", spiega il direttore. Non solo. Arriveranno anche 14 Case della comunità, poli dove servizi sanitari e sociali saranno gomito a gomito, "in un’ottica di integrazione che farà la differenza". Qui, ci saranno medici di famiglia, specialisti, continuità assistenziale e assistenti del comune", ci sarà sempre qualcuno a disposizione. Un tema sul quale si insiste molto. Saranno ad Agrate, Vimercate, Arcore, Ornago, Besana, Macherio, Lissone, Seregno, Meda, Lentate, Desio, Nova, Cesano e Limbiate. Più 2 ospedali di comunità, a Giussano e a Limbiate, dove oltre alle prestazioni della Casa "ci saranno degenze per post acuti e hospice".

Le prime, il 40%, saranno inaugurate nel 2022, le ultime due anni dopo. Un complesso di interventi che andrà a rafforzare i cinque presidi di oggi che mantengono la propria vocazione: Vimercate, Desio, Carate, Seregno e il Pot di Giussano e la cinquantina di ambulatori sparsi su tutto il territorio aziendale. Un colosso che conta in tutto 3.500 dipendenti e che "porteremo sempre più vicino a casa".