Arcore, l'ira del campione paralimpico: "Mi hanno rotto la carrozzina"

Mattia Muratore racconta la disavventura accadutagli al termine delle vacanze in Norvegia

La squadra degli Sharks di Monza

La squadra degli Sharks di Monza

Monza, 19 agosto 2019 -  «La vedete quella nella foto? È la mia carrozzina all’aeroporto di Amsterdam (scalo per Malpensa). E lo vedete quel tubo di acciaio all’interno del cerchio rosso? È storto. A Bergen (aereoporto di partenza) era dritto. Cosa diavolo sia successo nel mentre non si sa. Di certo c’è che, per riuscire a stortarlo così, ci vuole proprio un bell’impegno». Comincia così un lungo post nel quale Mattia Muratore, 35 anni, ex capitano di quella Nazionale di hockey in carrozzina che ha di recente conquistato i Mondiali, racconta la disavventura accadutagli al termine delle vacanze in Norvegia.

Un racconto che trasuda rabbia da tutti i pori e che ne fa anche una testimonianza esemplare per qualsiasi battaglia di civiltà. Il rispetto per i disabili, prima di tutto. Mattia Muratore lo spiega molto bene, con una sana dose di sarcasmo: «Forse durante il volo l’aereo ha preso un tombino tra le nuvole... O forse, chissà, qualche idolo assoluto l’ha lanciata nella stiva come fosse un quarterback dell’NFL. O magari, ancora, per farcela stare meglio, più comoda, l’hanno presa un po’ a calci». Mattia Muratore era in vacanza con la fidanzata e la cattiva sorpresa si è materializzata nel trasferimento da Bergen, in Norvegia, ad Amsterdam, dove il suo aereo aveva fatto scalo diretto a Malpensa.

«Sta di fatto che ora la carrozzina non si apre più. È rotta, inutilizzabile. Ma ci vuol tanto a capire che una carrozzina non può essere trattata alla stregua di un qualsiasi bagaglio? Ci vuol tanto a capire che finché ti si rompe un trolley con dentro due giacche e tre maglioni sì, ti girano un po’ le palle, ma la tua vita bene o male continua... e se invece a rompersi è la tua carrozzina, sei ben più nella “merda”? Ci vuol tanto a capire che non puoi usarne un’altra a caso? Che hai bisogno della tua, della tua misura, con la tua postura, con tutti gli accorgimenti necessari di cui hai bisogno. Ci vuol tanto a capire che non è come cambiare un paio di scarpe?». «E meno male che è successo al tirno - spiega Mattia - perché altrimenti sarei stato costretto a tornare indietro e ad annullare le vacanze».

La carrozzina è come una parte del corpo per persone come Mattia Muratore. «Adesso sono qui, seduto male sulla mia vecchia carrozzina, scomoda, piccola, mezza sfasciata. Inc... ato come poche altre volte nella vita. A chiedermi quanto tempo ancora bisognerà aspettare affinché i disabili non vengano trattati come sacchi di patate da spostare qua e là. A chiedermi cosa ancora si dovrà fare per vedersi riconosciuta un po’ di quella dignità che sembra ancora troppo, troppo poca. A chiedermi come si possa, ancora oggi, permettere una roba simile». La carrozzina era costata sui 4-5mila euro. «Ho già sporto denuncia e quello che mi ha fatto più male è stata la reazione degli addetti al bagaglio a Malpensa: mi hanno detto “sono cose che succedono”. E invece no, non dovrebbero proprio succedere». La battaglia di civiltà comincia proprio da qui. E attenzione a Mattia Muratore: nella vita professionale, è un avvocato. E sta già preparandosi a intentare causa per danni morali. Anche nella civile Norvegia. «Amici Avvocati - avverte lui - tenetevi pronti perché ci sarà da divertirsi».