Monza, l'allarme: "Il caro bollette strangolerà le case di ripso"

Gli aumenti rischiano di pesare sulle rette. Un posto letto costerà fino a 20 euro in più al giorno

Una casa di riposo

Una casa di riposo

Nova Milanese (Monza) -  Bollette impazzite, carenza di personale, burocrazia ingestibile. Sono allo stremo, gli enti sociosanitari del territorio. Il grido d’allarme arriva da Arsa, l’associazione provinciale delle case di riposo, che comprende 22 strutture per circa 2100 posti letto. "Per rientrare dalla situazione dovremmo aumentare la quota giornaliera per gli ospiti dai 10 ai 20 euro al giorno, il che non è sostenibile", sottolinea Davide La Greca, presidente dell’associazione e direttore generale della San Francesco di Nova Milanese.

Il caro energia è solo una delle questioni che rendono difficile il lavoro. Da un’analisi effettuata il consumo medio di energia elettrica a posto letto ammonta a 3719 Kw/h, con un incremento del 469% con conseguente maggiore spesa di 1.954 euro per ogni letto. Il che significa che una struttura con 100 posti deve fronteggiare un maggior esborso di 195.404 euro. Sul fronte calore l’incremento rilevato è pari al 461%. Su una struttura di 100 posti è una maggiore spesa di 71mila euro. Ciò comporta un costo pari a 9 euro al giorno per ciascun posto letto. "Il recupero delle perdite accumulate dall’inizio dell’anno comporterebbe un incremento della quota giornaliera variabile dai 10 ai 20 euro che le famiglie non possono sopportare – sottolinea La Greca –. A ciò si aggiungano anche le questioni legate al periodo post pandemico: le strutture socio sanitarie scontano più di ogni altra impresa gli effetti derivanti dalla pandemia". Tra gli effetti, l’innalzamento dell’indice di assenza per malattia, con ricadute importanti sulla copertura dei turni di servizio e sul costo degli stessi servizi erogati.

«Una questione di enorme impatto è la carenza di personale. Non solo si assiste all’esodo incessante verso strutture che assicurano una più alta remunerazione della prestazione, ma gli enti sociosanitari devono fronteggiare la strutturale mancanza sul mercato del lavoro delle figure professionali e a garantire la sostituzione delle figure mancanti. È noto che questa situazione sia da imputare alla mancata programmazione sia a livello nazionale che regionale". Infine il macigno della burocrazie: negli anni si è assistito ad un costante appesantimento degli obblighi derivanti dall’applicazione delle normative.

«L’impatto economico di tutto ciò è stato oggetto di un’accurata analisi nel corso degli anni ed è noto: la stima è di 1.212 euro a posto letto. E’ facile stimare che, a seguito dell’emergenza sanitaria, quell’importo sia cresciuto di un ulteriore 10%-15%". I rischi? Secondo Arsa sono molti: famiglie che non riescono a pagare le rette, indebitamento per le strutture, riduzione se non chiusura di alcuni servizi o addirittura di Rsa, un aumento degli accessi presso le strutture per acuti e nei pronto soccorso con conseguente aggravio della spesa sanitaria pubblica.