Carnate, il treno "fantasma" in attesa della perizia

Tra i fascicoli sul tavolo del procuratore Gittardi il caso del convoglio regionale partito da solo e deragliato dopo 10 chilometri di corsa a Carnate

Il treno deragliato

Il treno deragliato

di Stefania Totaro

L’inchiesta più particolare che si trova sul tavolo della Procura della Repubblica di Monza nel 2021 è quella del deragliamento del treno a Carnate. Il procuratore Claudio Gittardi e il pm Michele Trianni attendono gli esiti di una perizia disposta per fare luce sulla vicenda del treno regionale di Trenord, ripartito da solo il 19 agosto scorso dalla stazione di Paderno - Robbiate mentre il macchinista e il capotreno erano a fare una pausa al bar e fatto deragliare dopo una corsa di 10 chilometri su un binario morto della stazione del Vimercatese.

La consulenza dovrà ricostruire la dinamica della vicenda e dare una risposta a tante domande, tra cui se sia possibile che il sistema frenante sia stato azionato ma non sia entrato in funzione e se sia stata una inusuale pendenza della linea ferroviaria a fare muovere la locomotrice ferma insieme ai vagoni. I due indagati di disastro ferroviario colposo sono già stati interrogati alla Procura di Monza. Il macchinista si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Ha parlato invece il capotreno, sostenendo che era nelle sue facoltà allontanarsi dal treno dopo lo stazionamento in seguito all’azionamento del sistema frenante, accorgimento che non spettava a lui ma al macchinista inserire. I magistrati hanno iscritto sul registro degli indagati il macchinista perchè, secondo una prima ricostruzione della polizia ferroviaria di Milano, non avrebbe azionato il freno della locomotrice prima di allontanarsi per il previsto stazionamento del treno.

Almeno così risulta dall’esame eseguito sulla ‘scatola nera’ del treno, dove questa manovra non risulta tra quelle eseguite. Il capotreno è invece accusato di essersi allontanato dal treno mentre il regolamento ferroviario prevede che lui rimanga presente per la mezz’ora di stazionamento prima della ripartenza proprio per evitare disguidi.

In Procura attendono di essere chiusi diversi fascicoli per omicidio stradale tra cui quello della dottoressa monzese che si trovava in sella alla moto guidata dal marito ed è morta sulla provinciale Vallassina all’altezza di Lissone dopo il tamponamento con un’auto il cui conducente ha tentato di sottrarsi alle sue responsabilità con la fuga. Attendono di avere giustizia nel nuovo anno i clienti dell’ex autosalone Antonini di Varedo che hanno acquistato e pagato per vetture che non hanno mai visto e anche i lavoratori e i pazienti della fallita ‘Odos Service’ di Monza, nata sulle ceneri della ‘Servicedent’ della zarina delle protesi dentarie Maria Paola Canegrati e che recentemente ha chiuso i battenti.

Alcuni esposti sono stati presentati anche alla Procura di Monza sul fatto che il Tribunale fallimentare monzese ha accettato la società individuata dalla curatrice fallimentare per l’affitto del ramo di azienda, ma le Asst di Monza e Vimercate non hanno accolto il passaggio disposto dai giudici, lasciando lavoratori e pazienti con un pugno di mosche in mano.