Carate, crisi Canali: licenziate a caccia di un futuro

Le ex dipendenti hanno un mese per decidere in percorso di ricollocamento

Una delle ultime proteste delle lavoratrici della Canali

Una delle ultime proteste delle lavoratrici della Canali

Carate (Monza Brianza), 2 febbraio 2018 - "Una ventina di lavoratrici hanno optato per l’outplacement proposto dall’azienda, le altre invece stanno valutando se aderire al percorso di ricollocamento proposto dall’Afol (l’Agenzia del lavoro territoriale, ex ufficio collocamento ndr)". A raccontare queste settimane decisive per il destino delle lavoratrici della Canali è il sindacalista della Femca Cisl, Tiziano Cogliati.

Nelle scorse settimane, dopo le vacanze di Natale sono state programmate le riunioni con le 130 lavoratrici che dal 31 dicembre sono state licenziate dalla divisione Eraclon dello stabilimento di Carate Brianza. Le ex dipendenti dell’azienda leader mondiale dell’abbigliamento maschile (Canali ha vestito e veste divi di Hollywood) devono decidere quale tipo di ricollocazione, tra le tre proposte avanzate dall’azienda, scegliere. Sul tavolo sono stati messi tre diversi incentivi da 5mila, 25mila e 30mila euro. Per scegliere c’è ancora tempo sino a fine mese.

La procedura ha visto le maestranze impegnate subito dopo il 6 gennaio a firmare singolarmente il verbale di conciliazione e aderire a una delle opzioni previste dall’accordo aziendale. L’accordo prevede che saranno dati 25mila euro lordi a quanti, su base volontaria, aderiranno al servizio di ricollocamento (regolato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali quale attività di supporto alla outplacement professionale) pagato dall’azienda. Si sale fino a 30mila euro, sempre lordi, per quanti invece non aderiranno a questo accordo ma sceglieranno di intraprendere un percorso che le porti a trovare un nuovo posto attraverso l’Afol. Ultima opzione, la più difficile, prevede 5mila euro lordi, invece, per quanti aderiranno alla proposta di Canali di trasferirsi a lavorare nello stabilimento delle Marche: i posti a disposizione sono una quindicina. Questa “opportunità” è stata scelta solo da una lavoratrice che già aveva deciso per il trasferimento ancora prima della crisi aziendale e dei licenziamenti che in 75 giorni hanno lasciato senza lavoro 130 persone. La ricerca di un nuovo posto di lavoro ora è la questione prioritaria. I licenziati sono 134 di cui 130 donne con un’altissima specializzazione sartoriale e con un’età compresa, nel 90 per cento dei casi, tra i 40 e i 55 anni.

"Sono operaie altamente specializzate. In questa fase tutte sicuramente stanno mandando via tanti curriculum e in qualche caso qualcuno ha anche trovato un posto. Certo, adattandosi a quello che arriva: c’è chi sta lavorando in mobilifici, come tappezziera, chi invece fa le pulizie per sbarcare il lunario e far quadrare i conti in famiglia", raccontano dal sindacato.