Macherio, carabiniere sparò al fuggitivo: il ferito chiede i danni

Un 47enne inseguito dai carabinieri, che dovevano sottoporlo a un accertamento sanitario obbligatorio, fu ferito al collo da un proiettile

La sparatoria a Macherio

La sparatoria a Macherio

Macherio (Monza Brianza), 26 ottobre 2018 - Si apre con la costituzione di parte civile del ferito e il proclama di innocenza della difesa dell’imputato, il processo al Tribunale di Monza per il carabiniere che sparò al fuggitivo colpendolo al collo. È iniziato ieri il dibattimento che vede imputato di tentato omicidio l’appuntato dell’Arma di 34 anni, che era in servizio alla stazione di Biassono, accusato per la sparatoria accaduta la mattina dell’1 settembre dell’anno scorso in via Roma a Macherio.

E.B., 47 anni, di Tregasio, frazione di Triuggio, era scappato sul suo suv per sfuggire ai militari che dovevano sottoporlo ad un accertamento sanitario obbligatorio ed era stato inseguito. In via Roma il fuggitivo è stato raggiunto da due colpi di pistola di ordinanza partiti dai due carabinieri: il collega dell’appuntato ha mirato alle gomme dell’auto, mentre l’appuntato avrebbe sparato ad altezza d’uomo e il proiettile, dopo avere raggiunto la vettura del 47enne, ha colpito E.B. tra la spalla e il collo. Miracolosamente il proiettile è fuoriuscito dalla parte opposta del corpo senza ledere organi vitali.

Ma secondo il sostituto procuratore titolare delle indagini, Rosario Ferracane, avrebbe potuto uccidere. Per questo il magistrato, dopo avere disposto accertamenti medici sul ferito (che era stato trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza in prognosi riservata, ma mai in pericolo di morte) e tecnici sulla dinamica dell’inseguimento e della sparatoria, anche disponendo una perizia balistica per ricostruire la traiettoria del proiettile esploso dal carabiniere, ha deciso di procedere per tentato omicidio. Mentre è di resistenza a pubblico ufficiale l’accusa nei confronti del fuggitivo, ora ospite di una comunità di cura. Per lui in udienza si è costituita parte civile l’amministratrice di sostegno che gli è stata nominata, rappresentati dall’avvocato Giancarlo Cozzi. L’appuntato dell’Arma, che si è presentato davanti al collegio di giudici, è invece difeso dagli avvocati Carlo Cama e Luca Ricci. «Siamo qui per celebrare questo processo rapidamente – ha detto in aula l’avvocato Ricci – perchè l’appuntato ha un’esigenza sia personale che professionale per tornare a servire lo Stato in quanto riteniamo che sia esente da responsabilità o lo dimostreremo».

Si torna in aula il 31 gennaio per le prime testimonianze. L’inseguimento con sparatoria aveva gettato nel panico i passanti della centralissima strada di Macherio piena di pedoni. In ospedale, al pronto soccorso di Carate Brianza, era finito anche un collega dell’appuntato, 36 anni, a cui i medici hanno riconosciuto 20 giorni di prognosi per contusioni e lussazione al ginocchio della gamba destra. Secondo la ricostruzione dei militari, quest’ultimo avrebbe invano tentato di bloccare il 47enne attaccandosi alla portiera del suv e restando ferito. Sarebbe stato a quel punto che l’appuntato incriminato ha deciso di sparare.