Macherio, a processo il carabiniere che sparò al fuggitivo

L’appuntato dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio

La sparatoria risale all'1 settembre 2017

La sparatoria risale all'1 settembre 2017

Macherio (Monza Brianza), 18 maggio 2018 - Alla sbarra per tentato omicidio il carabiniere che sparò al fuggitivo colpendolo al collo. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta ha rinviato a giudizio l’appuntato dell’Arma di 33 anni in servizio alla stazione di Biassono accusato per la sparatoria accaduta la mattina dell’1 settembre scorso in via Roma a Macherio.

Precedentemente E.B., 47 anni, di Tregasio, frazione di Triuggio, era scappato sul suo suv per sfuggire ai militari che dovevano sottoporlo ad un accertamento sanitario obbligatorio ed era stato inseguito. In via Roma il fuggitivo è stato raggiunto da due colpi di pistola di ordinanza partiti dai due carabinieri: il collega dell’appuntato ha mirato alle gomme dell’auto, mentre l’appuntato avrebbe sparato ad altezza d’uomo e il proiettile, dopo avere raggiunto la vettura del 47enne, ha colpito E.B. tra la spalla e il collo. Miracolosamente il proiettile è fuoriuscito dalla parte opposta del corpo senza ledere organi vitali. Ma, secondo il sostituto procuratore titolare delle indagini, Rosario Ferracane, avrebbe potuto uccidere. Per questo il magistrato, dopo avere disposto accertamenti medici sul ferito (che era stato trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza in prognosi riservata, ma mai in pericolo di morte) e tecnici sulla dinamica dell’inseguimento e della sparatoria, anche disponendo una perizia balistica per ricostruire la traiettoria del proiettile esploso dal carabiniere, ha deciso per la richiesta di rinvio a giudizio per tentato omicidio. Mentre è di resistenza a pubblico ufficiale l’accusa nei confronti del fuggitivo, ora ospite di una comunità di cura. L'inseguimento con sparatoria aveva gettato nel panico i passanti della centralissima strada di Macherio piena di pedoni. In ospedale, al pronto soccorso di Carate Brianza, era finito anche un collega dell’appuntato ora imputato, 35 anni, a cui i medici hanno riconosciuto 20 giorni di prognosi per contusioni e lussazione al ginocchio della gamba destra.

Secondo la ricostruzione dei militari, quest’ultimo avrebbe invano tentato di bloccare il 47enne attaccandosi alla portiera del suv. Sarebbe stato a quel punto che l’appuntato incriminato ha deciso di sparare. Per avvalorare questa tesi la difesa ha nominato propri consulenti per una controperizia balistica sulla dinamica della sparatoria, portata all’udienza preliminare davanti al giudice monzese Emanuela Corbetta. L’imputato non ha scelto di essere processato con il rito abbreviato e la sua difesa ieri ha chiesto che venisse prosciolto dalla pesante accusa. Invece il giudice ha deciso di mandarlo a giudizio. Il 25 ottobre il dibattimento.