Calcio, il Monza a Berlusconi e Galliani: "Ora conquistate quella serie A che ci sfuggì"

L'appello dei grandi giocatori degli anni Settanta al neo proprietario e al loro ex dirigente

Sanseverino con Eugenio Gamba (foto gentilmente concessa dal blog "100 x 100 Monza")

Sanseverino con Eugenio Gamba (foto gentilmente concessa dal blog "100 x 100 Monza")

Monza, 26 settembre 2018 - "Giocai a Monza un solo anno, quello del maledetto spareggio di Bologna... anche se quel giorno ero squalificato, volli comunque andare in ritiro con i ragazzi. Galliani era sempre presente pure lui, era consigliere del presidente. Finito il campionato andammo tutti al ristorante, patron Cappelletti ci ringraziò e nonostante la delusione ci disse che voleva tenersi tutta la squadra... tranne il sottoscritto, “il biondino ha molte richieste, non so se riuscirò a trattenerlo...”. La cosa incredibile è che il giorno dopo sulla Gazzetta scoprimmo che ci aveva ceduti in 7!".

Domenico Volpati (67 anni), infaticabile motorino del centrocampo del Monza delle meraviglie, non dimentica quegli anni, anche se la sua carriera lo portò addirittura a vincere lo storico, incredibile scudetto col Verona del 1985. "Galliani lo ricordo col suo cappottino, il cappellino e un sorriso sempre smagliante. Fu un campionato straordinario, mancammo la promozione per un punto... Ci furono tante voci, dissero che qualcuno si era venduto la partita e la società aveva paura di andare in serie A, che il Milan e l’Inter non volevano quella promozione... ma io non ci ho mai creduto, in 21 anni di calcio in tutte le categorie non ho mai visto vendere una partita". "Al Monza auguro di raggiungere quello che mancò a noi..." e di ripetere magari il miracolo Verona. "In un calcio dominato ormai dai soldi è diventato quasi impossibile ma a volte i miracoli accadono, basti vedere cosa è successo in Inghilterra col Leicester. Vincere in provincia è fantastico, rende immortali, quando passo da Verona la gente mi riconosce ancora e mi ricorda come avessimo vinto il giorno prima». L’importante è mantenere sempre l’umiltà. «Io ho giocato in tutti i ruoli, sono sempre stato le mutande per tutti i “c...” (ride), era gratificante avere la fiducia dell’allenatore". Un puro, Volpati. Anzi, il dottor Volpati. Uno che mentre giocava studiava medicina, senza mai cercare scorciatoie, "mi sono laureato fuoricorso, a 38 anni, non ho mai dato esami a Verona per evitare favoritismi. Appesi gli scarpini al chiodo ho fatto il dentista, in Trentino, fino a poco fa, quando ho deciso che ormai il mio tempo era finito".

Terzino nella difesa del Monza dal ’74 al ’78 c’era Eugenio Gamba (67 anni): "Galliani il geometra? Certo che me lo ricordo. A Monza tutto era famiglia, e Galliani era una figura importante, aveva l’entusiasmo di portare il Monza in alto. Abbiamo perso la serie A per un soffio, a Modena soprattutto nel ’77, mancammo il punto decisivo. A Monza vivemmo anni bellissimi, io che venivo da Como trovai l’ambiente ideale. Auguro il meglio alla nuova proprietà". In quel Monza c’era anche la guizzante ala Gigi Sanseverino da Napoli (68 anni): "Galliani mi chiamava “Gigino”, era vicino alla squadra, sempre presente negli spogliatoi, cerniera col presidente Cappelletti. Facevamo un calcio moderno, i terzini attaccavano come ali, oggi li chiamarebbero esterni. Braida era il mio centravanti ideale: in camera d’albergo dormivo con lui, mi voleva perché ero fra i pochi a non fumare e lui teneva molto al fisico. Si diceva che non volessimo andare in A ma io non ci credo: sfortuna, anche se forse qualcuno che ha tradito all’interno ci fu... Ora con Berlusconi e Galliani il Monza potrebbe andare finalmente in A... quella promozione mancata ci rimase sul gozzo, credo che Galliani ci pensi ancora".

Il Monza fucina di talenti. Fra loro, anche un ragazzo di Bellusco che in biancorosso rimase solo fino ai 18 anni: si chiama Patrizio Sala (63 anni) e col Torino di Radice e Claudio Sala vinse uno storico scudetto: «Di Galliani ricordo poco, ero troppo giovane e timido. Per una cifra attorno ai 230 milioni fui venduto ai granata e fu la mia fortuna: e pensare che al Monza mi avevano scelto dopo un provino in cui mi videro giocare appena 20 minuti!". C’è qualcuno che a Monza si è ritrovato in ricoprire due ruoli. Prima come giocatore (’74-’77), poi come dirigente: è Ruben Buriani. "Sono stato a Monza cinque stagioni complessivamente. E Galliani l’ho conosciuto sia come dirigente alle prime armi che come manager nel Milan poi, con cui lavorai anche io. Monza fu il mio trampolino di lancio, avevo 18 anni e arrivavo dalla Spal. Galliani con Vitali andava a scoprire nuovi talenti. Lo ritrovai anche al Monza alla fine degli anni Novanta, quando tornai a Monza come direttore sportivo e riuscimmo a centrare per l’ultima volta nella storia biancorossa la promozione in B. Mi auguro che Monza, che è una città importante, abbia ora finalmente l’occasione di saggiare la massima serie. Certo, bisognerà metter mano allo stadio, ormai il Brianteo è obsoleto, ma speriamo soprattutto che il Monza possa andare in quella A a cui noi eravamo andati così vicini".