Calcio, il Monza a Berlusconi e Galliani: "Adriano? Lo chiamavamo mosca tzè tzè"

Rita Galliani, la sorella del top manager in procinto di accasarsi al Monza, passione di gioventù

Adriano Galliani

Adriano Galliani

Monza, 28 settembre 2018 -”Mi ha telefonato anche durante la partita (ieri, ndr), all’intervallo di Monza-Renate. Voleva controllare che stessi guardando anch’io la gara che stavano trasmettendo in Tv. E sì, Adriano è molto eccitato, il suo entusiasmo per quella che speriamo tutti sarà una bellissima avventura è grandissimo”.

C’è qualcuno che ai più, anche se per più di trent’anni magari se l’è trovata di fronte in biblioteca civica, potrebbe essere passata inosservata. La signora Rita però avrebbe molto da raccontare, anche se la ritrosia tutta brianzola la invita alla prudenza. Perché di cognome fa Galliani e suo fratello è Adriano, top managr del club più titolato nella storia del calcio italiano, come ha sempre ricordato il suo ex padrone, Silvio Berlusconi. E ora che Adriano Galliani ha convinto il suo mentore a comprare il Monza, la signora Rita non può che aprire (adagio) il personale libro dei ricordi. «Innanzitutto, nostra madre ha sempre tifato per il Monza. Quando ero piccola una volta ci portò anche a me: non sapevo nemmeno contare, eppure mi ritrovai al San Gregorio a vedere una partita».

La famiglia Galliani apparteneva alla piccola borghesia monzese. «Mio padre era segretario comunale, mia madre era titolare di una piccola azienda di trasporti. Due figli: Adriano (74 anni, ndr) e io ( di tre anni più giovane, ndr). Adriano da piccolo? Era un ragazzino che sapeva sempre come ottenere quello che voleva: lo chiamavamo “mosca tzè tzè” - ride - se si metteva in testa che voleva qualcosa, “la voglio, la voglio, la voglio!”, potevi essere sicuro che prima o poi ci sarebbe riuscito». Un po’ come il Monza, in fondo, sogno a lungo accarezzato, forse sin da quando era stato dirigente del club biancorosso e si vide sfumare sotto il naso per quattro anni di fila la sospirata promozione in serie A.

“Anche a scuola se la cavava bene: fece il Mosè Bianchi, studiò da geometra: non era un “secchione”, ma era molto serio e portava a casa già allora i risultati”.

E che Adriano Galliani fosse uno studente diligente lo conferma anche un vecchio compagno di scuola, l’ex calciatore e dirigente della Lazio (vinse uno scudetto) Felice Pulici da Sovico. «Andavamo tutti e due al Mosè Bianchi - ricorda - era una scuola molto esigente e seria e Galliani, che aveva un anno in meno di me, si diplomò senza problemi. Poi lo incontrai al Monza: io giocavo e lui faceva già il dirigente. E poi quando ero anch’io un dirigente con la Lazio e lui era al Milan, ebbi a che farci quando fu presidente della Lega Calcio. Sempre corretto, anche quando cercava il bene del suo Milan”.

“Un bonaccione, molto corretto - lo ricorda anche una monzese di 90 anni -: per un po’ di tempo fu amministratore di condominio nella casa dove vivevo, in via Tasso. Una volta all’anno veniva a prendere i soldi e fare le riunioni di condominio: sempre puntuale e attento, nulla da dire”.