Braccialetti elettronici all’oratorio. Il parroco "Così difendiamo i ragazzi dai bulli"

La trovata tecnologica del prete: non vogliamo brutte sorprese

Don Giuseppe Grisa

Don Giuseppe Grisa

Varedo (Monza), 4 giugno 2017 - Vuoi mandare il bimbo all’oratorio? Devi mettergli i braccialetto elettronico. L’ultima frontiera della lotta al bullo è una fascetta in gomma azzurra, con un chip che tiene costantemente d’occhio il ragazzino. Entrata, uscita, attività, pagamenti e mensa: senza, non si può neppure entrare. Il prete, ma soprattutto mamma e papà, sapranno in tempo reale dove si trova il piccolo, se compra un ghiacciolo al bar o gioca a calcio con i compagni. Il tutto grazie all’ennesima app sul telefonino. Nell’era del grande fratello informatico non bastano più le cappellette con la scritta ammonitrice «Dio ti vede» per tenere buoni i pargoli, neppure nella bianca Brianza.

A Varedo, a due passi da Monza e Milano, il bullismo nei centri parrocchiali è più che una preoccupazione. Proprio qui, dove lo scorso anno un reticente cartello avvisava della chiusura del centro estivo «per ferie», il parroco fu costretto a sprangare i cancelli e bloccare le attività. L’arrivo di ragazzi «non identificati» coincise infatti con fastidiosi atti di prevaricazione: furti di cellulari, monetine e marsupi, poi minacce e persino la richiesta di un teppistello in vena di atteggiamenti da mafioso di farsi baciare l’anello da due inermi ragazzini. Immediate, fioccarono le proteste delle famiglie e il «don» corse ai ripari con la serrata. Una spinta in più per don Giuseppe Grisa, che guida la chiesa del paese, da cui dipende il centro San Luigi Gonzaga, per accelerare la svolta tecnologica. L’idea di «Sansone 2.0», il braccialetto elettronico che potrebbe ricordare i controlli assai più stringenti dedicati ai detenuti ai domiciliari, è venuta ad una delle tante fabbrichette della zona, la C&L di Carate Brianza, che ha già venduto il servizio ad altri centri religiosi della Diocesi.

La società si occupa di software gestionali per aziende, ma ha sviluppato una sezione dedicata alle «comunità pastorali». E proprio così la mette il sacerdote con le mamme e i papà, facendo leva su un piano squisitamente organizzativo con una bella brochure spedita a casa: «Siamo ormai nel terzo millennio – scrive – e la tecnologia entra ogni giorno nelle nostre case. Ormai usiamo pc e smartphone con disinvoltura per collegarci a Internet: da oggi lo useremo anche per iscriverci alle varie proposte della parrocchia e dell’oratorio». Già, ma l’accesso all’oratorio sarà solo per gli iscritti: un profilo, un codice e una password per tutti. La registrazione e la scheda di silicio che segnala l’ingresso ai tornelli virtuali. Chi non è conosciuto e iscritto, come i vandali dello scorso anno, non potrà accedere. E se questo, comunque, non mette al riparo i bambini dalle vessazioni dei compagni regolarmente registrari sul portale, le famiglie comunque l’hanno presa bene. Comodo, ma soprattutto sicuro, il nuovo sistema ha raccolto infatti il plauso della maggioranza dei genitori, gli stessi che lo scorso anno avevano sonoramente protestato perché più di un ragazzo era tornato a casa spaventato e con qualche soldo in meno nello zaino, dopo le attività dell’oratorio estivo.