Botte, minacce e spintoni alla scuola islamica: i due maestri dal giudice

Nella sede dell’associazione culturale islamica dove si insegnava il Corano. I vicini: "Qui arrivavano anche per pregare e si organizzavano feste"

La sede della associazione che ospita la scuola

La sede della associazione che ospita la scuola

Monza, 22 gennaio 2020 -  «C’era qualcosa di losco, lo pensavamo da tanto tempo". Adesso che i carabinieri hanno messo i sigilli al portone dell’associazione culturale islamica "Norou Dareyni Touba" per i maltrattamenti che due "insegnanti" senegalesi riservavano ai bambini che non mostravano di aver studiato abbastanza la lingua araba e i precetti del Corano, i vicini di casa si sentono quasi liberi di sfogarsi. Perché quel centro aperto una manciata di anni fa al posto di un vecchio maglificio al piano terra di uno dei palazzoni di 7 piani ad angolo tra via Monte Santo e via Doberdò, nel quartiere di San Rocco, "diciamo che l’abbiamo sempre sopportato", ammette uno dei condomini: "Per carità, sono sempre stati educati e gentili, di fatto non hanno mai creato problemi, ma capitava che facessero un po’ di rumore quando organizzavano delle feste o pregavano".

Quei locali presi in affitto dall’associazione potevano e dovevano essere utilizzati solo per svolgere attività culturali, eppure i vicini raccontano anche di momenti di preghiera: "Si ritrovavano il giovedì sera, mentre il sabato e la domenica si vedevano anche durante il giorno. Quando pregavano utilizzavano anche il microfono, li sentivamo eccome". Quelli della scala B del condominio. Ma nessuno avrebbe mai sentito le urla o si sarebbe mai accorto dei maltrattamenti che, invece, sono stati filmati dalle telecamere dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza.

Indagini partite dalla segnalazione della maestra elementare di uno dei bambini vittime delle violenze fisiche e psicologiche subìte all’interno dei locali dell’associazione. Secondo quanto ricostruito dai militari coordinati dal pm Carlo Cinque, i due senegalesi quarantenni (uno finito agli arresti domiciliari, l’altro con obbligo di firma in caserma) a cui i genitori affidavano i propri figli tra i 4 e i 10 anni la domenica pomeriggio per lezioni di lingua araba e precetti religiosi del Corano, con "comprovata sistematicità" avevano un comportamento violento nei confronti dei bimbi: "frustate" con bacchette di plastica, calci, spintoni. E minacce: "Se racconti qualcosa a casa ti ammazzo". «Sai cosa ti succede se ti lamenti? Finisci nello stanzino della punizione, al buio". Un clima di terrore e intimidazione per una decina di bambini. Lunedì prossimo sono fissati gli interrogatori di garanzia dei due "insegnanti" senegalesi davanti al giudice del Tribunale di Monza Cristina Di Censo. L’associazione culturale resta chiusa. Resta l’incognita di un decreto ingiuntivo chiesto dal condominio a carico del proprietario dell’ex maglificio per un debito di 11mila euro.