Ceriano Laghetto, il mercato della droga su YouTube

Riprese forti e oltre 50mila visualizzazioni per il filmato di Lambrenedetto XVI. Nel video anche la fuga degli spacciatori e dei tossicodipendenti

Lambrenedetto XVI, al secolo Lorenzo Lambrughi (secondo da destra a sinistra)

Lambrenedetto XVI, al secolo Lorenzo Lambrughi (secondo da destra a sinistra)

Ceriano Laghetto (Monza e Brianza), 23 febbraio 2020 - Trenta minuti in diretta dal bosco dello spaccio nel Parco delle Groane di Ceriano Laghetto: oltre 50.000 visualizzazioni nel giro di poche ore per il video proposto da Lambrenedetto XVI, al secolo Lorenzo Lambrughi, uno Youtuber molto seguito (ma anche molto criticato), autore di molti video di viaggi e ultimamente sempre di più di video di denuncia su situazioni di degrado e abbandono in giro per l’Italia. Era già stato a Ceriano Laghetto, ci è tornato venerdì e insieme al sindaco Roberto Crippa, al vicesindaco Dante Cattaneo e al consigliere regionale Alex Galizzi, vicepresidente commissione antimafia, accompagnati da agenti della polizia locale e volontari, sono entrati nel bosco che si trova a lato della stazione ferroviaria Ceriano Groane, chiusa da oltre un anno, ufficialmente per garantire la regolarità dei treni.

Al di là delle opinioni espresse durante la diretta, contano molto le immagini realizzate con l’"effetto sorpresa", con decine di tossicodipendenti avvistati nel bosco che si allontanano in fretta e furia, alcuni che mostrano anche difficoltà a deambulare, probabilmente già sotto l’effetto di stupefacenti. Prima ancora di arrivare nel bosco, il gruppetto incrocia le “vedette” che partono a razzo per segnalare la presenza di estranei agli spacciatori, che infatti si dileguano prima dell’arrivo di Lambrenedetto in diretta Facebook. Ma nel bosco restano le tracce evidenti queste “vite parallele”, ci sono tende di fortuna, piccoli bivacchi in cui si trovano anche pentole, bottiglie d’olio e pane, avanzi di pasta, indumenti, scarpe e tanta, tanta, carta stagnola, oltre a siringhe e fazzoletti sporchi di sangue.

Da notare che si sono attrezzati con sacchi neri legati agli alberi in cui vengono gettati rifiuti. "Lo fanno gli stessi spacciatori per tenerci lontano - dice Dante Cattaneo -: quando veniamo qui periodicamente a pulire con i volontari ci fanno trovare tutto nei sacchi, così li disturbiamo il meno possibile, perché più tempo stiamo nei boschi e meno li lasciamo lavorare tranquillamente". Tra i vari gruppetti che si muovono si scorge anche una ragazza giovanissima, descritta come una "insospettabile, ben vestita, e ben curata sembra una ragazza come tante, invece è qui a farsi",racconta Lambrenedetto. "Quello che si vede qui tutti i giorni è sconcertante, mi fa molto male, come uomo, come padre prima ancora che come sindaco", dice Roberto Crippa. "Ogni giorno ci sono un sacco di ragazzi che vengono qui a rovinarsi la vita, dobbiamo lavorare tutti perché questo finisca al più presto".