Monza, cinquecento "figu" per il mitico Bordon

L’incontro tra il portiere campione del mondo residente a Monza e il collezionista dei record

Ivano Bordon con Gianni Bellini

Ivano Bordon con Gianni Bellini

Monza, 8 settembre 2019 - Un piccolo rettangolo di cartone colorato, un uomo, un mito. Quello che, quando ancora non esisteva il calcio spezzatino in streaming e in tivù e la casacca dei giocatori poteva durare anni e anni con gli stessi colori, ha consentito a generazioni di ragazzi di sognare con poco. È capitato così che una figurina sia riuscita a intrecciare le storie di due uomini diversi fra Monza e Modena, facendoli incontrare. Perché Ivano Bordon, portiere indimenticato dell’Inter dal ’70 all’82 e campione del mondo con la Nazionale di Bearzot in Spagna sempre nell’82, era una figurina rarissima. E Gianni Bellini pur di trovarla e completare l’album avrebbe dato in cambio 500 doppie a un compagno di classe. 

Da allora Gianni è cresciuto ed è diventato uno dei più grossi collezionisti di figurine al mondo. Ne ha raccolte oltre 2 milioni, per 4mila album che porta in mostra da una parte all’altra della Penisola. A lui si sono interessati la Cnn e il Times, la Bbc e il Washington Post. Fino alla decisione di scrivere un libro, un’idea che lo ha portato a incontrare l’uomo da cui è partito il sogno: Ivano Bordon. u un libro. Così la storia di Gianni Bellini, 56 anni, tipografo residente a San Felice sul Panaro, nel modenese, con una passione da record per le figurine di calcio, improvvisamente incrocia la strada di Ivano Bordon, nato a Venezia ma trapiantato a Monza, preparatore atletico ed ex portiere dell’Inter e della Nazionale, campione del mondo e Collare d’oro al merito sportivo.

Galeotto fu il libro, scritto a quattro mani da Bellini e dall’amico giornalista Lorenzo Longhi, si intitola “500 figu per un Bordon” (Urbone editore, 13 euro) e racconta l’inizio di questa passione. "Bordon era il mio introvabile. Mi mancava solo lui per completare il Campionato ’72/’73 – ricorda il collezionista –. Un mio compagno di classe che aveva appena iniziato la raccolta era stato più fortunato e l’aveva trovato: così mi propose il cambio, 500 figu per il suo Bordon introvabile. Io andai a casa a contare le mie doppie: non arrivavo a 500 esatte e così mi recai a comprare l’ultimo pacchetto. Fu lì che, sorpresa, trovai il mio Bordon. Completai l’album e diedi lo stesso 500 figurine al mio amico, perché gli avevo dato la mia parola". Il libro che racconta la storia di un collezionista parte proprio da questo episodio. Quasi per gioco, Gianni Bellini lo ha inviato al portierone da cui partì tutto e... miracolo! Come nell’ultima bustina comprata in cartoleria, ancora una volta Ivano Bordon è tornato a portargli fortuna.

"L’abbiamo chiamato e in 48 ore ci ha mandato la prefazione. Non solo: dopo pochi giorni si è messo a disposizione per accompagnarci alla presentazione del libro". Una bella sorpresa anche per il protagonista, che oggi ha 68 anni, vive a Monza e sta scrivendo il suo libro. "Oggi sono in pensione – racconta Ivano Bordon, comprato dall’Inter nel ’69 per centomila lire e diventato presto una stella –. Mi diverto in palestra, vado al Parco, vado a vedere l’Inter, mi occupo della selezione dei ragazzi. E il parco di Monza è bellissimo".

Le figurine che lo hanno ritratto negli anni, all’inizio semplici cartoncini da incollare, raccontano un altro calcio. "Era totalmente diverso – ricorda il portierone –. Adesso è cambiato il modo di giocare: è molto più veloce e più tecnico, presssing, fuorigioco... Le regole sono diverse. E non ci sono più le bandiere, quei giocatori che entravano in una società da giovani e vi rimanevano fino a fine carriera". Oggi anche Bordon sta scrivendo un libro su quei tempi e sui suoi primi passi da bambino, "a quattro mani con l’amico, tifoso e scrittore Jacopo Dalla Palma", rivela.  "Sarà terminato entro fine ottobre, per essere pronto ai primi dell’anno prossimo".

"Sono stato una figurina per tanti anni e su tante raccolte e, leggendo in anteprima questo libro, ho scoperto di avere rappresentato qualcosa in più per qualcuno, ovvero la classica figu introvabile proprio per colui che, in seguito, sarebbe diventato il più grande collezionista del mondo", scrive nella sua prefazione.

"Proprio come Gianni, e come milioni di ragazzini, facevo scambi con i miei coetanei per poter avere le figurine che mi mancavano. Era un’occasione anche per riunire gli amici del quartiere ed entrare in contatto con ragazzi che non si conoscevano". Ma c’è di più: "Ho un altro ricordo legato alle figurine, quando le collezionavo prima ancora di diventare calciatore, ed è quello delle “valide”, figurine speciali e molto ricercate che consentivano, raggiunta una certa quantità, di ottenere in omaggio il pallone di cuoio. Fu grazie a loro che ebbi il mio primo pallone vero, e fu un regalo bellissimo".

Oggi, grazie a questi ricordi, Gianni e Ivano sono diventati amici. "È un altro modo di vivere il calcio – racconta Bellini –. Ho iniziato a collezionare da bambino, poi a 19 anni mi sono sposato e ho coltivato questa passione collezionando calciatori di tutto il mondo, dall’Argentina allo Zimbawe, sia nazionali sia di club, uomini e donne. Mi hanno chiamato per allestire mostre ovunque, persino in Svizzera per il loro campionato". Oggi ha in casa 2 milioni di figurine, di cui 600mila ancora da attaccare. "Ho riempito tutti gli armadi, persino la stanza di mia figlia. Mi manca solo il frigo, come dice Ivano". Il suo sogno nel cassetto? "Andare in pensione, dovrei farcela fra 16 mesi, per attaccare le figurine che mi mancano".