Bische cinesi online, viagra e shaboo

Al via il processo con 8 imputati, gli accusatori non ricordano: rischiano la falsa testimonianza

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di Stefania Totaro

"E’ passato troppo tempo per ricordare, abbiamo presentato denuncia ai carabinieri perchè ci chiedevano 10mila euro, ma poi hanno chiarito che era un debito che aveva nostra figlia per l’acquisto di merce della precedente società, anche se non hanno presentato alcuna fattura o ricevuta". E la coppia di cinesi ora rischia l’incriminazione per falsa testimonianza. Marito e moglie di 60 e 56 anni sono stati sentiti ieri come testimoni della pubblica accusa al processo al Tribunale di Monza per il presunto giro milionario di scommesse online clandestine, destinate a giocatori cinesi sparsi in tutto il mondo, gestito da una banda di connazionali che destinavano i proventi ad investimenti nel settore della ristorazione in Africa e che non esitavano a servirsi di addetti al recupero crediti all’ombra della mafia cinese.

Alla sbarra 8 imputati di etnia cinese, alcuni con cittadinanza italiana, accusati a vario titolo di associazione a delinquere transnazionale finalizzata al gioco d’azzardo illegale, spaccio di droga e tentata estorsione. La banda, secondo l’accusa, aveva creato, in un appartamento preso in affitto a Torino dove si trovava il server, una piattaforma informatica di giochi online, tra cui una specie di lotto con numeri estratti a sorte da un sistema automatico chiamato ‘Robot’, che teneva anche la contabilità di vincite e debiti di gioco. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Monza, coordinate dal pm della Procura monzese Rosario Ferracane, sono nate proprio dalla denuncia presentata nel 2016 dal commerciante cinese con negozio in via Boccioni a Monza (e poi confermate anche dalla moglie) a cui alcuni connazionali avevano chiesto di pagare 10mila euro, presentandosi nella sede della sua azienda minacciandolo e strattonandolo.

Secondo gli inquirenti, i cinesi della banda che arrivavano in Italia per le ‘riunioni di lavoro’ potevano intrattenersi in camere di albergo già prenotate a Milano e hinterland e rifornite di prostitute, viagra e shaboo, la pericolosissima droga sintetica inventata in Oriente. Accuse tutte negate dagli imputati, che hanno chiesto di avere la traduzione in cinese delle imputazioni e della trascrizione delle intercettazioni nonchè un interprete per seguire le fasi del dibattimento. Con grande fatica ieri la coppia di testimoni ha cercato di nascondere la propria reticenza, soprattutto nei confronti di uno degli imputati, presente in aula e che hanno riconosciuto, additato nelle denunce come l’estortore. Il neo arrivato pm Alessio Rinaldi, 38 anni, sbarcato a Monza dalla Procura di Alessandria, ha chiesto gli atti per procedere eventualmente per il reato di falsa testimonianza.