In bici a 12 anni sulla Milano-Meda per andare a trovare un amico

Sull'arteria stradale brianzola, sempre molto trafficata, è scattato l'allarme. Il ragazzino aveva seguito le indicazioni del navigatore, destinate però a un utente munito di automobile

Il traffico sulla Milano-Meda in una foto di repertorio

Il traffico sulla Milano-Meda in una foto di repertorio

Seveso (Monza e Brianza) - La biciclettina nuova, l'aveva ricevuta in dono da due giorni, probabilmente per la promozione a scuola. Bella, fiammante, voleva proprio farla a vedere al suo amichetto del cuore che abita in un altro paesino della Brianza. Ma come fare? “Bene, ci andrò io, in sella alla mia bicicletta” deve aver pensato il bambino, un dodicenne di Seveso. E che strada bisogna fare? Ingegnoso, il piccolo ha preso il suo telefono cellulare, ha impostato la direzione sul navigatore – come aveva visto probabilmente fare mille volte a mamma e papà -, ed è partito. Il telefono in uno zainetto e i cavi delle cuffiette che fuoriuscivano da un buco per raggiungere le sue orecchie.

Ma il navigatore, ovviamente, non sapeva di avere a che fare con un bambino in bicicletta. E il dodicenne ha così seguito diligentemente le istruzioni: ha imboccato la Milano-Meda e si è diretto verso la casa dell’amico. Lo sconcerto su quella che è un'arteria stradale molto trafficata, una strada statale ovviamente riservata solo ai veicoli a motore e sprovvista di corsia di emergenza, è stato enorme quando le prime macchine hanno incrociato il ragazzino in bicicletta. Immediatamente, è scattato l'allarme, con tutte le forze dell'ordine che hanno subito inviato sul posto le proprie pattuglie.

I primi ad arrivare, sono stati gli agenti della polizia provinciale di Monza, che hanno stoppato il bambino e lo hanno fatto accostare sulla banchina. Nel frattempo, a dire il vero, era intervenuta anche una vigilessa che, mentre si stava recando a Milano per iniziare il proprio turno di servizio, vista la scena aveva cominciato a fare da scudo con la propria vettura al ragazzino rallentando e affiancandosi a lui che non aveva compreso la pericolosità della situazione, con auto e Tir che lo sfioravano ad alta velocità.