Il comandante della polizia di Biassono: "Io vestito da Ss? Colpa dei balletti"

Apologia di fascismo, il comandante della polizia locale si difende

Il comandante Piacentini aveva ricevuto  un richiamo scritto  di censura dal Comune

Il comandante Piacentini aveva ricevuto un richiamo scritto di censura dal Comune

Biassono (Monza e Brianza) 20 settembre 2019 -  «Con il commento “Basterebbe una compagnia di questi per sistemare alcune cose, adesso propongo al sindaco di adottarla” alla mia foto in divisa da militare nazista delle SS mi riferivo alla grave situazione della polizia locale di Biassono che ho acquisito nel 2014 quando sono diventato comandante, con balletti sulla scrivania, agenti che non ascoltavano quello che dicevo e si rifiutavano di svolgere alcuni servizi per questioni sindacali. Intendevo dire che gli agenti erano poco consoni alla disciplina, mentre l’uniforme va rispettata ed è storicamente noto che i soldati tedeschi sono noti per la loro disciplina».

Respinge l'accusa di apologia al fascismo il comandante della polizia locale biassonese Giorgio Piacentini, che ieri è stato sentito come imputato al processo in corso al Tribunale di Monza. La vicenda che lo riguarda risale all’Epifania del 2017, quando ha pubblicato su Facebook un post con la sua foto in divisa da militare nazista delle SS, con il contestato commento fatto a chi ironicamente gli aveva chiesto se quella che indossava fosse la nuova divisa di servizio.

«La mia immagine in divisa da militare delle SS l’ho postata su Facebook perché uno dei miei vigili mi aveva chiesto di fargli vedere una delle mie uniformi storiche e non mi sono accorto di averla messa come immagine del profilo pubblico, ma invece era sul profilo privato il commento alla foto e anche quelli successivi dei miei amici sul social network - ha precisato Giorgio Piacentini - La foto e il commento sono poi stati presi dal mio account e decontestualizzati. Perché in realtà io sono un appassionato di rievocazioni storiche e ho diverse divise. Lungi da me inneggiare ad idee filo-naziste». Circostanze confermate anche da alcuni testimoni chiamati al processo dalla difesa dell’imputato.

«Piecentini fa parte della mia associazione storico-culturale che si occupa di ricerche storiche sulla II Guerra mondiale. Abbiamo un museo, organizziamo giornate dedicate ad eventi storici e facciamo i figuranti in abiti storici in diverse rievocazioni».«Quello che è  successo è stata un’ingenuità poi strumentalizzata, perché ci sono sempre stati problemi a livello sindacale in quanto l’Amministrazione comunale chiede mille servizi con zero uomini - ha dichiarato un agente della polizia locale di Biassono dal 2004 - Ero stato io a chiedergli di farmi vedere una sua foto in divisa storica, l’ho visto vestito anche da partigiano e anche da scozzese con il kilt quando suona la cornamusa».

Infine il segretario generale del Comune. «Nonostante le problematiche sui compensi per prestazioni extra e straordinari il comandante della polizia locale non si è mai scontrato con gli agenti, ma ha sempre cercato la mediazione. Dopo i fatti abbiamo aperto un procedimento disciplinare e, dopo le spiegazioni avute da Piacentini, abbiamo concluso che si è trattato di una leggerezza e il procedimento si è concluso con un richiamo scritto di censura. In Comune sono arrivate lettere da parte di diversi cittadini sulla correttezza del suo comportamento e i negozianti hanno presentato una raccolta di firme a suo favore». Il 20 febbraio la discussione del processo.

stefania.totaro@ilgiorno.net