Besana, il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar: la moschea non va aperta

Accolto il ricorso del Comune contro l’associazione “La Pace ” Niente cantiere e risarcimento da 8mila euro per le spese giudiziarie

Migration

Besana Brianza (Monza e Brianza), 2 ottobre 2022 -  Gli islamici non riescono ad aprire la sede: i giudici danno ragione al Comune. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar: al centro il capannone di via Visconta acquistato da “La Pace”, associazione di Renate . Con una sentenza pubblicata il 12 settembre, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Besana in Brianza , condannando l’associazione islamica renatese a rifonderle le spese del doppio grado di giudizio, pari a 8mila euro, oltre Iva, e ribaltando la precedente pronuncia del Tar. L’anno scorso era stato il Comune a presentare ricorso al massimo giudice amministrativo contro la sentenza con la quale il Tar, nell’agosto del 2021, aveva dato ragione a “La Pace”, autorizzando praticamente il cantiere per la riorganizzazione del capannone della Visconta. Con l’ultima sentenza le opere edilizie eventualmente già eseguite all’interno del fabbricato sono da considerarsi irregolari.

La prima Scia del 2019, scrivono i giudici, è stata del tutto superata dalla successiva del 2020, in quanto quest’ultima prevede un "intervento ristrutturativo pesante, con cambio di destinazione d’uso, da imprenditoriale-culturale a religioso-culturale". Determina inoltre l’illegittimità della Scia del 2020 per motivi legati a carenze documentali e progettuali. Attribuendo per la prima volta alla sede de “La Pace” la definizione di "edificio di culto". Il contenzioso viaggia intorno a una Scia, Segnalazione certificata di inizio attività: presentata il 28 maggio del 2019 dalla società “Jo Jo srl” per la manutenzione straordinaria dell’edificio a destinazione produttiva di via Visconta. Il 10 febbraio del 2020, in relazione alla pratica, venne acquisita al Protocollo comunale la comunicazione di variazione di proprietà dell’immobile, passata a “La Pace”. Una procedura, però, non risultato precisa secondo gli uffici del Comune di Besana che prima avevano chiesto agli islamici di documentare la destinazione d’uso e le funzioni da insediare per valutarne la compatibilità con il Pgt, oltre che di presentare una nuova pratica per la parte di conclusione. Quindi avevano disposto l’annullamento d’ufficio della Scia, vietando la prosecuzione dei lavori. Una posizione ribadita anche a seguito dell’ordinanza cautelare emessa dal Tar, al quale “La Pace” si era rivolta, che intimava all’Amministrazione di rivedere la posizione in contraddittorio. “La Pace”, il 21 settembre del 2020, aveva presentato anche una variante alla Scia "con un cambio della tipologia di intervento (da manutenzione straordinaria a nuova costruzione), della destinazione d’uso e del progetto, come sottolineato dal Comune che aveva respinto anche il secondo documento. L’associazione renatese si era nuovamente rivolta al Tar, ottenendo una sentenza favorevole.