Bambino rapito e portato in Siria: "Mamma è morta in un bombardamento, io ero con lei"

Lo ha raccontato il piccolo Alvin Berisha tra le lacrime

Alvin Berisha libero con un operatore della Mezzaluna rossa

Alvin Berisha libero con un operatore della Mezzaluna rossa

Monza, 12 novembre 2019 - "Mia mamma è morta in un bombardamento, io ero vicino a lei". Lo ha raccontato tra le lacrime il piccolo Alvin Berisha, il bimbo di 11 anni riportato in Italia l'8 novembre scorso, dopo che la madre jihadista lo aveva rapito e portato con sé in Siria nel 2014. In un'audizione protetta con un psicologo, davanti agli investigatori del Ros, delegati dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Alessandro Gobbis, il bimbo ha ripercorso quei drammatici momenti.

Inquirenti e investigatori, confrontandosi con lo psicologo, hanno deciso stamani di sentire soltanto per poco il bambino, che ancora presenta uno stato di choc molto elevato per il trauma emotivo. Alvin sarà ascoltato più avanti, non prima di un mese, dopo che sarà stato ricoverato e operato per la grave lesione alla gamba che ha subito proprio a seguito di quell'esplosione. Il bambino stamattina, in sostanza, ha confermato tra le lacrime di aver visto la madre morire in un bombardamento e che lui in quel momento era a fianco a lei ma si è salvato. Ha spiegato che il bombardamento è avvenuto quando erano in un altro campo profughi, sempre in Siria, non in quello di Al Hol da cui il piccolo, grazie ad un'operazione delicata di magistrati, forze dell'ordine, Croce Rossa e 007, è stato portato via e fatto rientrare in Italia. Alvin non ricorda quando è avvenuto il bombardamento che ha ucciso la mamma, si ricorda soltanto che faceva "molto caldo". I medici forse proprio dalla ferita del piccolo potranno dire a quando risale l'esplosione. 

Dopo la caduta dell'Isis e la morte della madre di origine albanese, Alvin viveva nell'area 'orfani' di Al Hol, campo profughi nel nord est della Siria sotto il controllo dei curdi e che ospita oltre 70 mila persone, in gran parte compagne e figli di combattenti jihadisti morti o in prigione. Probabilmente solo più avanti inquirenti e investigatori potranno sapere da lui cosa ha passato in quei lunghi anni in Siria, dove ha visto tutto l'orrore del Califfato.