La banda al corteo della mamma del boss: "Nessun funerale da padrino"

"Non sapevamo nulla della persona deceduta e dei suoi parenti"

La banda Corinna Bruni di Pinzano durante una esibizione

La banda Corinna Bruni di Pinzano durante una esibizione

Limbiate, 10 maggio 2018 - «Chi conosce la mia storia e quella banda di Pinzano che io stesso ho fondato 38 anni fa, sa che siamo lontanissimi da certi modi di fare e di pensare: per noi era solo un servizio funebre come tanti, di cui non conosciamo i destinatari». A parlare è Clemente Rocco, maestro della banda Corinna Bruni di Pinzano, da lui stesso fondata nel 1980, coinvolta nelle polemiche per il corteo funebre non autorizzato, accompagnato dai musicisti, che si è svolto qualche giorno fa a Bollate per le esequie di una donna di 85 anni, madre di Vincenzo Mandalari, considerato un boss della ‘ndrangheta, arrestato nel 2011 e condannato a 12 anni e 8 mesi di carcere.

«Siamo una delle bande musicali più numerose del circondario, con ben 62 elementi e tra questi, una quindicina, perlopiù pensionati, si mette a disposizione per i servizi funebri, che ormai che ormai non fa quasi più nessuno - spiega il presidente - Ci contattano tramite conoscenza diretta o, nella maggior parte dei casi, attraverso l’agenzia di pompe funebri che organizza le esequie, come è successo in questo caso. Non sappiamo di chi è il funerale, ci chiedono la disponibilità a suonare e, se c’è la confermiamo».

Paolo Manno è il coordinatore del gruppo di pensionati della banda che partecipa ai servizi funebri ed era presente l’altro pomeriggio a Bollate. «Ci hanno contattato dalle pompe funebri chiedendo la disponibilità e segnalando come richieste specifiche l’esecuzione di tre brani, «Mamma», il «Va’ Pensiero» e «Bella Ciao». Io chiedo sempre che brani desiderano perché se ci sono brani che sono vietati o che possono creare problemi decliniamo l’invito. Abbiamo suonato davanti alla casa della defunta, poi in corteo verso la chiesa, dove abbiamo anche visto degli agenti di Polizia locale che ci hanno accompagnato, quindi dalla chiesa al cimitero, dove però siamo rimasti fuori come indicato perché il regolamento comunale lo vieta. Non sapevamo nulla della persona deceduta e dei suoi parenti, me lo sta dicendo lei adesso», sottolinea Manno. Fuori dai cancelli i musicisti non hanno mai smesso di suonare, fino al termine della tumulazione.

A ricordare cos’è la banda Corinna Bruni, torna il fondatore Clemente Rocco, che è insegnante di scuola media: «La nostra banda, è stata fondata all’inizio degli anni ‘80, quando Pinzano era un territorio molto difficile, soprattutto per dare un’occasione di crescita e di impegno a tanti ragazzi e toglierli dalla strada e dalle brutte frequentazioni. Non vogliamo certo finire sotto una cattiva luce per una cosa di cui davvero non sapevamo e non potevamo sapere nulla. Ci chiamano per suonare ad un funerale, spesso fuori città, non chiediamo mica la fedina penale del defunto o dei suoi famigliari».