Baby killer del pusher: l’ombra di un mandante

I vertici dell’Arma e la pm Sara Mantovani in Procura, si valuta la figura del fratello maggiore del 14enne. È indagato per spaccio

I due ragazzini di 14 e 15 anni autori del brutale omicidio di Cristian Sebastiano

I due ragazzini di 14 e 15 anni autori del brutale omicidio di Cristian Sebastiano

Monza, 25 febbraio 2021 - Nuovo giro di interrogatori per i due baby killer del pusher ucciso con venti coltellate, ma questa volta alla presenza, oltre che della pm minorile Myriam Iacoviello, anche della pm monzese Sara Mantovani e dei vertici dell’Arma di Monza. Una circostanza inedita e inusuale che apre l’ipotesi di nuovi scenari nell’inchiesta sui ragazzini monzesi di 14 e 15 anni che lo scorso novembre hanno ucciso Cristian Sebastiano, 42 anni, di fronte alla sua abitazione nelle case popolari in via Fiume nel quartiere San Rocco. E in quella sul fratello 24enne del primo minorenne, che si trova ancora in carcere dopo l’arresto per il ritrovamento in casa loro di marijuana e hascisc.

Dell’omicidio si occupa la Procura per i minorenni di Milano, mentre la Procura di Monza si occupa solo dell’accusa di detenzione a scopo di spaccio di droga contestata al 24enne, per cui sarebbe pronta una richiesta di giudizio immediato. In concorso con il fratello, che insieme anche all’altro minorenne è accusato anche genericamente di avere ceduto sostanza stupefacente, ma queste sono ipotesi che spetta di vagliare alla Procura dei minori. Allora cosa ci facevano la pm e i carabinieri monzesi agli interrogatori? Dal canto loro, i militari con la Procura dei minori vogliono avvalorare la tesi della premeditazione nell’omicidio sull’ipotesi che i baby killer siano andati da Cristian, chiamato ‘Seba’, proprio per ucciderlo per punirlo di averli introdotti nel tunnel della cocaina, mentre il 14enne esclude questa ipotesi, sostenendo che l’incontro con il pusher era per minacciarlo con il coltellaccio da cucina e rapinarlo della dose di droga, ma poi Seba ha reagito per scappare e lui, in un raptus causato anche dal fatto che aveva appena fumato cocaina, lo ha aggredito.

Il 14enne sostiene che l’amico 15enne ha bloccato il pusher mentre il 14enne l’accoltellava, mentre la difesa del 15enne sostiene che il ragazzo era soltanto presente alla scena. Riguardo alla presenza della pm monzese, un’ipotesi potrebbe essere quella che si vuole approfondire la questione del giro di spaccio di droga ‘leggera’ gestito dai tre coindagati. Ma a farsi strada è anche l’ipotesi che gli inquirenti possano avere elementi per sospettare un ruolo del 24enne addirittura nella morte del pusher. E l’unica possibilità sarebbe quella della figura del mandante quantomeno del fratello minore, poi seguito dall’amichetto.