Monza, allarme dei negozianti: baby gang abusivi e merce contraffatta

Le criticità portate alla luce dai titolari della vendita al dettaglio non alimentare e della ristorazione. Fenomeni triplicati, servono più forze dell’ordine

Monza, negozianti in allarme

Monza, negozianti in allarme

Monza - Vandali che imbrattano saracinesce, muri e incendiano bidoni della spazzatura e vasi, baby gang che ‘assediano’ le vie del passeggio serale. E poi gli abusivi e il mercato della merce contraffatta. Sono queste le criticità portate alla luce dall’ultima indagine di Confcommercio Milano, Monza Brianza e Lodi "Allarghiamo i confini della legalità" che ha coinvolto commercianti della vendita al dettaglio non alimentare, della ristorazione, dei servizi, del dettaglio alimentare, dell’ingrosso non alimentare oltre ad agenti e rappresentanti di commercio.

"I dati che emergono – l’analisi di Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – rilevano una situazione soddisfacente del livello di sicurezza con la metà delle imprese che non ha subìto reati. Non mancano, comunque, segnali di criticità se raffrontati al sentiment pre-pandemia: riguardano in particolare gli atti vandalici, i furti e fenomeni in aumento come le baby gang. E per oltre l’80% degli imprenditori abusivismo e contraffazione sono in crescita. Quest’anno abbiamo esteso l’analisi anche all’online e all’e-commerce: richiesta la competenza delle forze dell’ordine per accrescere la sicurezza". In particolare, gli atti vandalici, fenomeni segnalati quest’anno dal 30% delle imprese, erano prima del Covid al 13,8%.

Triplicato il fenomeno delle baby gang: 11% contro il 3,1% del 2019: "Va comunque ricordato che il 31% non ha segnalato situazioni critiche di sicurezza sul territorio". In ogni caso, per aumentare la sicurezza i commercianti suggeriscono una maggiore presenza di forze dell’ordine (85%), il potenziamento della videosorveglianza stradale (46%) e una maggiore illuminazione (34%). In aumento, invece, i fenomeni di abusivismo e contraffazione che pesano per la concorrenza sleale (63%) e contribuiscono a ridurre il fatturato (22%). In Brianza, se il 49% degli imprenditori non ha mai visto abusivi nella loro ‘area commerciale’, il 40% ammette di averli intercettati a volte, l’11% di frequente. Il 23%, poi, assicura di conoscere negozi che vendono merce contraffatta, mentre il 77% conferma che l’abusivismo è comunque sotto controllo. Sul fronte dell’e-commerce, solo il 28% delle imprese ha dichiarato di vendere online: gli altri sono per lo più non interessati, non hanno prodotti vendibili in rete nè competenze e strumenti informatici adeguati. In generale chi vende online si sente al riparo da possibili frodi informatiche: il senso di sicurezza è sufficiente per il 33%, buono per il 31%, ottimo per il 6%.