Coronavirus, l'Avis di Vimercate pronta alla raccolta del plasma iperimmune

La sezione aspetta solo l’autorizzazione delle autorità. Ci sono sperimentazioni sull’efficacia nella cura dei casi di Covid più gravi

Il presidente dell’Associazione Volontari Sangue di Vimercate, Sergio Valtolina

Il presidente dell’Associazione Volontari Sangue di Vimercate, Sergio Valtolina

Vimercate (Monza Brianza), 16 maggio 2020 - Plasma iperimmune contro il Covid, Avis Vimercate è pronta alla raccolta. "Aspettiamo solo il permesso delle autorità", dice il presidente Sergio Valtolina. Del resto qui la pratica non è una novità. "Abbiamo cominciato negli anni Novanta per la cura di altre malattie come l’epatite".

Per la polmonite-killer potrebbe essere seguito lo stesso iter. "Prima, l’ospedale fa una ricerca sul titolo dei guariti, più alto è meglio è, poi si preleva". Il metodo è consolidato, "nel 2019 abbiamo raccolto 1.800 sacche dai nostri 3.200 donatori, da 600 cc ciascuna, serve un’ora per ottenerla". Ma adesso l’obiettivo è sconfiggere il coronavirus. Dopo i primi tentativi sui malati più gravi in emergenza, molti andati a buon fine, è partita una sperimentazione in alcuni ospedali fra i quali Pavia, "ma noi pensiamo già a una filiera calata nella quotidianità. Nel caso in cui ci sia il via libera non vogliamo farci cogliere impreparati. La frazione di sangue ricca di anticorpi potrebbe rivelarsi un’importante risorsa in attesa del vaccino. Aspettiamo il parere degli scienziati".

Perché diventi una terapia ufficiale serve il sì dalla catena di comando, dal Centro nazionale Sangue, a quello regionale di coordinamento. Intanto, è decollata la Fase 2 anche nelle stanze del sodalizio. Con le stesse precauzioni del lockdown durante il quale l’attività non si è mai fermata, ma in un clima meno teso. Volontari che hanno il compito di evitare assembramenti e file accompagnano i donatori alle postazioni dove si arriva solo su appuntamento. "L’organizzazione funziona perfettamente", sottolinea il presidente. Sono lontane le ansie dei primi giorni della pandemia, quando erano arrivare una raffica di disdette. Un appello a farsi avanti e regole sulla sicurezza avevano invertito subito la rotta, "permettendoci di arruolare nuove leve".

Le richieste di iscrizione sono arrivate anche 20 al giorno. Sul fronte obiettivi non è cambiato nulla da inizio anno: "Puntiamo a mantenere l’autosufficienza", cioè ad avere a disposizione sangue e plasma in quantità necessaria a soddisfare la domanda. Il funzionamento è semplice, metterlo in pratica invece è un lavoro che occupa ogni giorno 54 persone. Tutto ruota attorno ai donatori, in servizio da martedì a venerdì, una trentina alla volta. Le sacche finiscono al centro di Garbagnate, uno dei 9 punti di lavorazione in Lombardia, e da lì vengono distribuite a chi ne più bisogno. Dietro all’autonomia ci sono studi, analisi e la perfetta conoscenza della macchina ospedaliera. Ma c’è soprattutto altruismo. Lo dicono i numeri. L’anno scorso le donazioni sono state 6.429, alle quali vanno aggiunte le 1.148 per altri 500 volontari del circondario in arrivo da Ornago, Busnago, Bernareggio, Carnate, Ronco, Cornate, Trezzo e Vaprio. Tutti diretti a Vimercate.