Caso Asfalti Brianza, l’inchiesta si allarga

La Procura ha aperto un altro filone, stavolta sul presunto inquinamento del bitumificio da tempo nel mirino per i miasmi molesti

Il sit-in organizzato l’altro giorno a Concorezzo dai residenti estenuati dalle puzze

Il sit-in organizzato l’altro giorno a Concorezzo dai residenti estenuati dalle puzze

Monza, 15 luglio 2020 - Si allarga l’inchiesta su Asfalti Brianza srl e, assieme alle verifiche sullo smaltimento dei rifiuti e sulla salubrità delle emissioni, anche le puzze entrano nel fascicolo aperto in Procura. Il sostituto procuratore Michele Trianni che sta indagando sull’azienda di bitumi al confine tra Concorezzo e Monza, tornata al centro delle proteste di interi quartieri a causa dei miasmi rilasciati, ha chiesto ad Arpa (Agenzia regionale per la protezione aziendale) di eseguire accertamenti non solo per valutare eventuali ricadute sulla salute delle esalazioni ma anche sugli aspetti che riguardano gli odori prodotti dall’industria, intesi come emissioni che causano molestia alle persone e quindi perseguibili penalmente.

Si tratta di un ulteriore filone di indagine di cui sono stati informati giovedì i quattro sindaci dei territori coinvolti (Monza, Concorezzo, Agrate e Brugherio) in un incontro di aggiornamento sul caso avuto col nuovo procuratore capo di Monza. Una novità di cui si è dato conto durante l’ultimo Consiglio comunale di Monza quando il vicesindaco Simone Villa ha aggiornato l’aula sulla Conferenza dei Servizi svolta la scorsa settimana. In particolare è stato dato un quadro dei tempi dell’inchiesta: "I contenuti dell’indagine sono sotto segreto, ma ci è stato confermato che a breve - ha spiegato il sindaco Dario Allevi -: il sostituto procuratore riceverà i risultati delle verifiche eseguite da Arpa. È questione di poche settimane, così come ci è stato detto che sono attesi entro fine mese anche i riscontri sulle verifiche relative alla questione dello smaltimento dei rifiuti".

All’iniziale fascicolo penale aperto dalla Procura di Monza per la gestione ritenuta anomala dei rifiuti che, secondo gli inquirenti, erano stoccati in misura 4 volte superiore al limite concesso dalle normative vigenti, ora se ne aggiunge un altro sul presunto inquinamento ambientale. Lo scorso settembre dopo un sopralluogo di Forestale, polizia giudiziaria della Procura e Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) i carabinieri, su ordine della Procura di Monza, avevano posto l’azienda in sequestro preventivo mettendo i sigilli. Il sequestro era stato rimosso quando Asfalti Brianza aveva presentato un piano che, da un lato, mirava a procedere al corretto smaltimento dei rifiuti e alla sistemazione interna nei capannoni e, dall’altro, a provvedere con appositi impianti all’azzeramento delle puzze.