Asfalto e illuminazione L’insidia è dietro l’angolo

Pericoli nella Brianza Ovest soprattutto la sera per ciclisti e pedoni. Nel Vimercatese in arrivo soldi e provvedimenti sulle provinciali killer

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Poco meno di seicento vie, il pericolo di fare un incidente è sempre dietro l’angolo. La città di Seregno, tuttavia, dal punto di vista della sicurezza stradale dorme sonni tranquilli. Non c’è una vera e propria strada che si segnala per il record di incidenti. Eppure di auto ne passano parecchie. Ci sono ben dieci strade cittadine su cui transitano ogni anno più di 3 milioni di veicoli. In testa a tutte, naturalmente, via Briantina (quella su cui si affacciano l’istituto Primo Levi e il Martino Bassi), che è percorsa da 7,7 milioni di auto. Proprio il traffico, forse, per assurdo riduce la probabilità di incidenti gravi. La situazione di pericolosità, in città, è data dalle piccole cose: dall’asfalto in pessime condizioni (ma c’è in atto un piano da record che porterà in quattro anni ad avere 119 strade rifatte), alla mancanza di illuminazione.

Insomma, rischi soprattutto per i pedoni. Non a caso il Comune ha installato venti punti di attraversamento luminosi.

A Desio parlare di strade corrisponde al termine disagio, non a quello di pericolo. La rivoluzione viabilistica nel centro cittadino è stata accompagnata, negli anni, da mille polemiche. La città ha anche una serie di tangenzialine esterne, o comunque fuori dal centro abitato.

Terzo centro della Brianza ovest, il Comune di Cesano Maderno ha strade di grande scorrimento: la Nazionale dei Giovi soprattutto. Code anche sulla tangenziale sud al confine con Bovisio Masciago, ma pochi incidenti. Per chi vive la città, invece, i rischi arrivano dai grandi rettilinei su cui si affacciano numerose strade laterali: dalla centrale via San Carlo alla periferica via don Luigi Viganò, in cui hanno sede anche diverse imprese o pubblici esercizi. Nel pieno centro, invece, l’attenzione si sposta su via Volta e corso Roma, ma soprattutto nelle ore di punta e negli orari degli studenti.

A Seveso il pericolo si chiama corso Isonzo. È la strada che collega il centro storico e la Nazionale dei Giovi con Cesano Maderno e con Seregno. L’amministrazione comunale precedente è intervenuta installando un semaforo a chiamata. Per il futuro, qualora dovesse essere realizzato il sottopasso ferroviario, parte del traffico potrebbe finire sulla più esterna via don Sturzo. Meda vive sonni tranquilli. Una strada pericolosa non c’è. Il rischio è soprattutto su via Indipendenza, fulcro della vita commerciale e produttiva del paese. Il rischio è però nelle ore serali quando gli automobilisti sono portati a correre un po’ di più. A Solaro, a destare preoccupazione sono soprattutto gli attraversamenti sulla Saronno-Monza, dove negli ultimi tre anni sono state investite diverse persone, una delle quali, Domenico Zema, è morto sul colpo, nel giugno del 2019, a 66 anni. Caso particolare quello di Giussano. Città tranquilla (anche se questa estate un’auto è finita sui tavolini del bar), ma balza in testa alle classifiche nazionali degli incidenti. Colpa della Valassina che, nel tratto giussanese, è la strada più pericolosa d’Italia. La competenza non è comunale, ma poco importa: quando passate, soprattutto quando le corsie diventano soltanto due, aprite bene gli occhi e incrociate le dita.

Nella Brianza Est, la Sp 2 Monza-Trezzo, considerata strada killer, è migliorata dopo alcuni interventi, che impediscono i salti di corsia. La maglia nera è contesa da un’altra provinciale contigua, la 45, Vimercate-Villasanta, il Pagani. Una rotonda da 800mila euro cancellerà l’incrocio fra Oreno e l’arteria teatro di sinistri. Ma non subito, l’opera della Provincia finanziata dalla Regione arriverà nel 2024, "tempi tecnici necessari per progettazione e costruzione".

Gabriele Bassani

Barbara Calderola

Gualfrido Galimberti