Asfalti Brianza punta i piedi: "No allo smaltimento, ricicliamo"

L’azienda deve eliminare i rifiuti entro il 30 settembre Ora però chiede alle autorità di poterli trasformare in bitume

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di Antonio Caccamo

La montagna di rifiuti, grande abbastanza da coprire un campo da calcio, è ancora sul piazzale di Asfalti Brianza.

L’azienda di Concorezzo, finita nell’occhio del ciclone per le sue emissioni che tormentano da anni centinaia di persone, già a fine gennaio avrebbe dovuto portare in discariche autorizzate l’ammasso di fresato accumulato senza autorizzazione e scoperto 11 mesi fa dai carabinieri. Non lo ha fatto. La Provincia di Monza e Brianza le ha dato tempo fino al 30 settembre. Ma i rappresentanti di Asfalti Brianza hanno fatto sapere di non poter rispettare la data.

Si aspettano invece di essere autorizzati a lavorare il fresato, materiale bituminoso recuperato mediante fresatura del rivestimento stradale, per produrre nuovo asfalto. La società ha scritto 5 giorni fa alle istituzioni - Prefettura, Provincia, Comune di Concorezzo, Arpa, Ats - che dovranno prendere la decisione: "Si ritiene - si legge nella missiva - che l’interesse diffuso sia rappresentato dal suo riutilizzo (del fresato,ndr) in sito e non dal trasferimento dello stesso presso altri impianti di recuperosmaltimento autorizzati". Asfalti Brianza dichiara "l’impossibilità tecnica e materiale di poter allontanare tutto il fresato entro il 30 settembre". Per quella data garantisce solo "la rimozione del fresato nella fascia di rispetto del pozzo". L’azienda si aspetta sia la Conferenza dei servizi a decidere, quando si riunirà per rispondere alla sua richiesta di variante dell’Autorizzazione unica ambientale (Aua). Variante che, qualora fosse accolta, le consentirebbe di immettere nel ciclo lavorativo il fresato e aumentare così la produzione. Una possibilità che mette sul piede di guerra il Comitato quartiere Sant’Albino: "Chiediamo alle autorità di non abusare del nostro senso civico. Le istituzioni non possono mostrarsi ostili ai cittadini e accondiscendenti con chi era fuori dal diritto, come evidenza la perizia stessa del Comune di Concorezzo". Anche la Rondine, il maggior gruppo d’opposizione nel Consiglio comunale di Concorezzo, è pronto alla battaglia. "Asfalti Brianza ci riprova prendendosi gioco delle istituzioni e dei cittadini. Il 30 settembre è il limite ultimo entro cui l’azienda deve rendere esecutiva la messa a norma del sito produttivo, a fronte delle numerose violazioni accertate".

Dice Francesco Facciuto, il capogruppo della Rondine: "L’azienda ritiene forse di poter contare sulla disponibilità delle istituzioni per ottenere nuovi permessi, aumentare la produzione, utilizzare il fresato e smaltire in loco la montagna illecita? Ecco perché le istituzioni devono rispondere, con fermezza, negando l’autorizzazione".