Arbitra insultata e aggredita a Meda. Bonfrisco: serve una svolta

L’ex fischietto brianzolo arrivato fino alla serie A: "Ogni società deve dotarsi obbligatoriamente di una figura che educhi al rispetto delle regole e dei ruoli"

Angelo Bonfrisco. Anche il Real Meda prende nettamente le distanze sull’episodio

Angelo Bonfrisco. Anche il Real Meda prende nettamente le distanze sull’episodio

Meda (Monza e Brianza), 19 febbraio 2020 - "Occorre creare una nuova cultura sportiva. E per farlo non servono le chiacchiere, non basta qualche presa di posizione, ci vogliono fatti, concreti, e un lavoro lungo e capillare, dall’alto e dal basso del movimento calcistico". Angelo Bonfrisco, ex arbitro brianzolo di 59 anni arrivato fino alla serie A, invoca una svolta. Per evitare che si possa assistere sui campi di calcio ad assurde repliche di quanto accaduto sabato pomeriggio, durante Real Meda – Rivanazzanese U15. Con una giovane direttrice di gara, insultata e aggredita dall’allenatore e un genitore della Società ospite. Bonfrisco, di recente, ha proprio deciso di dedicarsi a questo, con incontri, progetti e iniziative sul territorio delle Brianza per spiegare i regolamenti, valorizzare il Fair Play e stimolare una nuova cultura calcistica, con i ragazzi, i genitori, gli allenatori, i dirigenti. "Purtroppo questi episodi accadono ogni domenica – dice, sconsolato ma battagliero –. Il problema è che si fa poca comunicazione, poca informazione e quindi scarsa prevenzione. Dobbiamo fare tutti di più". Lancia quindi una proposta concreta: "Bisognerebbe che ogni Società si dotasse di una figura delegata a questo scopo – sottolinea –, un punto di riferimento per educare al rispetto delle regole, delle persone, dei ruoli. Andrebbe resa obbligatoria".

Poi, un focus sulla figura degli allenatori: "E’ fondamentale. Se iniziano dal primo minuto a lamentarsi, autorizzano i loro giocatori a fare altrettanto e si creano solo pressioni e tensioni – sostiene –. Invece gli allenatori devono essere capaci di stare sereni, chiedere spiegazioni quando occorre, ma con le dovute maniere. Purtroppo assistiamo spesso a mister che non conoscono né i loro doveri né quanta responsabilità abbiano. Nel caso specifico, arrivare a comportarsi così verso un arbitro, tanto più una ragazzina di 16 anni, significa aver perso ogni riferimento educativo dello sport". Intanto, mentre il giovanissimo "fischietto" di Cesate cerca di ricaricare le pile e superare lo spavento, il Real Meda prende nettamente le distanze, con un comunicato ufficiale, su quanto successo sul proprio campo: "Il merito all’increscioso episodio accaduto ai danni delle direttrice di gara sabato 15 febbraio, la nostra Società comunica la propria totale estraneità ai fatti in questione e, pur rimanendo a completa disposizione delle Forze dell’Ordine che sono prontamente intervenute, rimanda alle stesse il compimento degli accertamenti e degli eventuali atti dovuti. Questo, in nome della trasparenza e della tutela della sportività, che da sempre caratterizzano ogni attività della Società nerobianca". Una correttezza che il Real Meda ha sempre dimostrato in questi anni di attività per la promozione e lo sviluppo del calcio "rosa".