Ex calciatore ucciso, l'ultimo sms alla fidanzata: "Se mi rapiscono sai dove sono"

L’ultimo messaggio, inviato prima del tragico incontro, parla chiaro

Andrea la Rosa

Andrea la Rosa

Brugherio, 15 dicembre 2017 - Volevano tagliare a pezzi il cadavere e scioglierlo nell’acido. Ne avevano comprati 24 flaconi e li avevano sistemati in un box in via Isonzo a Seveso, dove pensavano di chiudere la “pratica” per sempre: eliminare, letteralmente, Andrea La Rosa, che loro usavano come una banca. Per gli inquirenti, gli aguzzini dell’ex calciatore sono Raffaele Rullo e sua madre, Antonietta Biancaniello. La donna è stata fermata mentre trasportava il corpo del direttore sportivo del Brugherio, chiuso in un barile nel baule della macchina. “E’ gasolio”, ha detto senza tradire emozioni ai carabinieri che la tenevano d’occhio da giorni. Stava raggiungendo il figlio, per portare a termine il macabro piano. Lui, aveva deciso di fare come Bernardo Brusca, quando fece sparire il piccolo Giuseppe Di Matteo. Delle ricerche su Internet è rimasta traccia nella memoria del suo computer. 

Il manager era scomparso dopo un appuntamento con l’amico, il 14 novembre. Rullo l’aveva attirato con una scusa a casa sua, a Quarto Oggiaro, e l’aveva sgozzato in cantina. In tasca, La Rosa aveva 8mila euro in contanti che doveva consegnarli. Ma il tecnico informatico gliene doveva restituire altri 30mila, avuti in precedenza, "senza interessi", hanno chiarito gli investigatori. Un modo per escludere che si tratterebbe di un caso di usura. A presentare i due, che avevano legato in fretta, era stata la fidanzata della vittima, che ora parla di “doppio tradimento”: Rullo, prima di tutto, era amico suo. Lei, dopo la scomparsa del compagno, gli aveva telefonato più volte, intimandogli di dirle che “fine avesse fatto Andrea”. La Rosa, la sera dell’appuntamento con l’assassino, era spaventato.

L’ultimo sms inviato a Estella prima del tragico incontro, parla chiaro: “Sono in viale Certosa, se mi rapiscono sai dove sono. Ma dove c...o mi stanno portando…”. Poi, più nulla per un mese, fino al controllo di giovedì pomeriggio sulla Milano-Meda nel portabagagli della vecchia Y di Antonietta Biancaniello. Dentro a un fusto, seminudo, c’era il calciatore. Madre e figlio, che non hanno confessato, sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere.