Anche la coppia scoppia, è boom di richieste d’aiuto allo psicologo

Lucia Chiarioni: "Da ottobre sono in aumento le domande di terapia, ne ricevo in media almeno cinque a settimana"

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di Barbara Apicella

Il lockdown ha messo a dura prova i nervi delle coppie. Lo sa bene Lucia Chiarioni, psicologa e psicoterapeuta con lo studio in Brianza che ha lavorato nei team degli psicologi d’emergenza. Da ottobre lei e il suo team di specialisti del Centro di psicoterapia e psicotraumatologia avanzate hanno ricevuto un’impennata di richieste di aiuto da parte delle coppie in crisi, ma anche degli adolescenti stremati dalla didattica a distanza.

"Da ottobre sono in aumento le richieste di terapie di coppia: ne ricevo in media 5 a settimana - spiega la specialista -. Si tratta di coppie ormai al limite, fortunatamente non sempre con situazioni di aggressività o di violenza". Vivere tutto il giorno a stretto contatto, privati del lavoro e degli spazi, non è semplice. Se a ciò si uniscono anche i problemi di gestione dei figli in didattica a distanza, il rischio di scoppiare è dietro l’angolo. "Già l’anno scorso durante la prima chiusura molte famiglie erano state messe a dura prova. Ma ad ottobre la situazione è peggiorata. Nella coppia è emerso un profondo malessere, sono cambiati le abitudini e gli equilibri. Nei casi peggiori entrambi sono demotivati o depressi, e se di mezzo ci sono anche i figli allora è un disastro". Tanti i matrimoni saltati durante la prima ondata. "La convivenza stretta nelle giovani coppie ha fatto anche saltare il matrimonio, con coppie che erano in procinto di sposarsi e hanno anche annullato la cerimonia".

Accanto a chi ha dovuto vivere h24 con la moglie o il marito, c’è anche la situazione opposta di chi a causa delle chiusure ha subito un rapporto a distanza. Una situazione diffusa spesso tra gli operatori sanitari che, per evitare il contagio, non vivevano in famiglia. "Ho seguito molti medici, infermieri e soccorritori. Vivere un rapporto a distanza non è facile, non tutti ce la fanno. La presenza in una relazione è fondamentale".

Chiarioni ha suggerito agli operatori di ritornare a scrivere lettere d’amore; un po’ come durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale facevano dal fronte i nostri soldati. Lettere o cartoline per imprimere sentimenti e per sentirsi vicini. Non se la passano meglio neppure i ragazzi: adolescenti lombardi che nel 2020 hanno trascorso poche settimane sui banchi di scuola.

"I ragazzi sono esausti e rassegnati. La Dad è terribile. Questo isolamento nei ragazzi con una vita sociale già ridotta ha creato una forma di ulteriore adattamento; per chi invece aveva una rete di amicizie e di attività ha fatto emergere un’estrema sofferenza. I ragazzi non vedono speranze, non hanno sfoghi, anche il circuito del piacere è stato interrotto. Con serie conseguenze sul tono dell’umore". Tante e diversificate le richieste di aiuto arrivate a Lucia Chiarioni: chi non ce la fa più a scaricare la rabbia anche in seguito a gravi lutti; chi si sente ancor più isolato o non ascoltato dai genitori concentrati su altri problemi e che non può neppure scaricare questo repressione nella sfera delle amicizie o dello sport.