Albanese murato, il pentito in aula

Lo hanno ottenuto i difensori degli imputati al dibattimento iniziato ieri davanti alla Corte di Assise

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In aula (non in videoconferenza dal carcere come vorrebbero le disposizioni per l’emergenza Coronavirus) il pentito al processo per l’omicidio dell’albanese murato 7 anni fa sotto un residence a Senago. Lo hanno ottenuto i difensori degli imputati al dibattimento iniziato ieri davanti alla Corte di Assise di Monza che vede alla sbarra 2 dei 6 accusati a vario titolo nell’inchiesta della Procura di Monza per la morte di Astrit Lamaj, scomparso a 42 anni nel 2013 e rinvenuto il 15 gennaio 2019 dentro un antico pozzo artesiano del residence in ristrutturazione "Villa degli Occhi" a Senago.

Si tratta di Francesco Serio, 45enne di Muggiò, che deve rispondere di omicidio volontario premeditato, soppressione di cadavere, droga, armi e furto d’auto e Cosimo Mazzola, 54enne di Regalbuto, imputato solo di soppressione di cadavere e droga. Al processo si sono costituiti parti civili i familiari della vittima. Dopo l’ammissione delle prove, i difensori degli imputati hanno chiesto di poter interrogare in presenza e non a distanza il collaboratore di giustizia Carmelo Arlotta nella prossima udienza fissata al 29 giugno, in cui Carmelo Arlotta dovrà sottoporsi al fuoco di fila di domande del pm monzese Rosario Ferracane ma soprattutto dei difensori degli accusati.

Secondo il pentito, l’albanese è stato attirato con la scusa di una compravendita di marijuana in un box a Muggiò, stordito con un colpo contundente e poi strangolato con un filo di nylon ed è stata Carmela Sciacchitano, 63 anni, siciliana residente a Genova, la mandante dell’assassinio di Lamaj, colpevole di avere interrotto la relazione sentimentale durata un anno con la donna e di essersene andato prelevando dalla casa della ex gioielli per 100 mila euro.

Tra i responsabili, per la Procura di Monza, anche Angelo Arlotta, fratello di Carmelo Arlotta. Gli imputati sono poi accusati di furto per essersi impossessati della Golf dell’albanese, portata dal titolare di un’autodemolizioni di Desio, Ignazio Marrone, lui imputato di riciclaggio per avere fatto sparire la vettura demolendola, dopo però avere smontato e rivenduto il motore dell’auto ad un ignaro cliente. Ignazio Marrone ha patteggiato una pena di 6 mesi in continuazione con altre precedenti condanne. I due Arlotta, il cugino Francesco Serio e Mazzola sono poi accusati di detenzione di sostanze stupefacenti per avere tenuto nel 2012 nell’appartamento di Muggiò in uso al Serio una partita di 3 chilogrammi di cocaina ricevuta in conto vendita attraverso l’intermediazione di Cosimo Mazzola. Francesco Serio è infine accusato di detenzione illegale di una pistola semiautomatica calibro 7,65 e di una settantina di munizioni di vario calibro, rinvenuti nel 2018 dagli inquirenti durante le indagini.