Licenziato per la mascherina abbassata. Il giudice lo reintegra: "Non è giusta causa"

Una vicenda avvenuta alla Star di Agrate. La soddisfazione della Cgil per un provvedimento sproporzionato

Federica Cattaneo, segretario generale della Flai-Cgil Brianza

Federica Cattaneo, segretario generale della Flai-Cgil Brianza

Agrate Brianza (Monza) - Stava lavorando con la mascherina abbassata e per questo era stato licenziato. Era successo nei mesi scorsi alla Star, l'azienda alimentare leader nelle produzione di dadi e preparati per cucina. Una decisione che, agli occhi del sindacato, era immediatamente apparsa sproporzionata. "Giusto far osservare le norme per il contenimento dei contagi, ma licenziare un lavoratore perché indossava la mascherina in modo non corretto è eccessivo", avevano immediatamente sottolineato i sindacati. Una vicenda che risale al maggio del 2021.

"La causa per il licenziamento di Ignazio Ficara si è conclusa con la condanna della Star  alla reintegra del lavoratore, annullato il licenziamento, poiché non sussiste una giusta causa. Sin dall’inizio la Flai-Cgil aveva contestato non solo i fatti come sono stati rappresentati dalla Direzione, ma soprattutto la sanzione così pesante e ingiusta. Giustizia è fatta", spiega una nota diffusa dalla Cgil Monza e Brianza.

“Esprimo una grande soddisfazione, ringrazio i lavoratori di Star per la loro mobilitazione e vicinanza, l’ufficio vertenze e i legali della Cgil - dichiara Federica Cattaneo Segretaria generale della Flai di monza brianza - auspico che Star rifletta sulla modalità adottata per risolvere le questioni”.

"Tra l’altro, con l’accordo sindacale siglato lo scorso febbraio con Star sul ricambio generazionale, assunzioni e avvio della discussione sull’organizzazione e sui carichi di lavoro, si è già dimostrato che solo con il confronto e la considerazione delle istanze dei lavoratori si possono ottenere risultati condivisi. Una brutta pagina si è chiusa, il lavoratore rientra in fabbrica, guardiamo avanti, ma sempre pronti a reagire a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori", conclude la nota.