Agrate Brianza, in quarantena il centro stranieri

Dopo il caso positivo nella struttura che ospita 47 richiedenti asilo Manca però la sorveglianza

Un gruppo di immigrati (Foto archivio)

Un gruppo di immigrati (Foto archivio)

di Barbara Calderola

Tutti in quarantena: niente trasferimento. Per i quarantasette ospiti del centro di accoglienza migranti di Agrate scatta l’isolamento di quattordici giorni, proprio alla vigilia della chiusura della struttura che era stata uno degli hub dell’emergenza sbarchi creati nella provincia brianzola. La Croce rossa che lo gestisce aveva preso accordi con la prefettura per smobilitare definitivamente e traslocare gli ultimi presenti. Prima però di fare i bagagli, come previsto dai protocolli anti-Covid, è scattato il tampone per tutti.

L’Ats ha quindi esaminato i risultati e una delle persone presenti nell’ex cantoniera ai confini con Carugate è risultata positiva: nessun sintomo, ma abbastanza per fare scattare le procedure di emergenza. Imposto quindi a tutti l’obbligo di rimanere all’interno del centro, mentre il paziente dovrà rimanere isolato. "Una procedura standard, senza alcun allarme – spiega il sindaco Simone Sironi –. Si tratta delle stesse misure adottate per qualunque cittadino in questi mesi". La Cri, tuttavia, aveva già predisposto tutto per il trasferimento e dovrà invece bloccarsi. L’Ats ha imposto l’embargo per ragioni sanitarie, ma non ha disposto alcun trasferimento degli asintomatici, che rimangono per adesso ad Agrate, dove tuttavia i volontari manifestano diverse difficoltà nella gestione dei controlli. Al momento, secondo l’ente sanitario, non esiste possibilità di impedire ai 47 ospiti di lasciare le camerate e attraversare i cancelli. E servirebbe un presidio costante delle forze dell’ordine. In attesa che passino i tempi prescritti per sottoporre tutti a un nuovo tampone, il Comune ha tuttavia offerto la propria collaborazione cercando di controllare attraverso la polizia locale eventuali allontanamenti.

Nel frattempo, una tettoia messa a disposizione dall’Amministrazione consente agli operatori che qui lavorano di non entrare nel centro, evitando a propria volta l’obbligo di quarantena. In città, durante tutto il periodo dell’emergenza, si è registrato un totale di cento casi di contagio, un quinto dei quali mortale.