A Vimercate un modello da esportare

Medici, infermieri di famiglia, specialisti e consultori al servizio del territorio: tutti sotto lo stesso tetto

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di Barbara Calderola

"È un modello da esportare". Letizia Moratti, vicepresidente della Regione con delega al Welfare, taglia il nastro a due mesi e mezzo dall’avvio delle attività e già indica la Casa della Comunità di Vimercate, bacino d’utenza di 52mila residenti, come un faro nella complessa riorganizzazione della sanità sul territorio.

Ad avere colpito nel segno è il corso di longevità lanciato dalla nuova struttura, otto incontri da aprile a giugno per prevenire malattie e assicurarsi benessere. "È la vera vocazione di questi nuovi servizi". Il cuore del modello che fa lavorare gomito a gomito medici di base, per ora due del corso regionale con 1.200 pazienti complessivamente, l’infermiere di famiglia e di comunità, altra figura simbolo del cambiamento nel tentativo di riempire il vuoto lontano dalle corsie di un sistema ospedale-centrico. Poi ci sono gli specialisti, cardiologo, neurologo, pneumologo, internista e diabetologo. In quest’ottica si inserisce anche il progetto Open, il punto di ascolto per adolescenti fragili che possono essere avviati a un livello di assistenza ulteriore, come il consultorio, in caso di necessità dopo la prima scrematura. Sulla carta c’è tutto ora si tratta di oliare un modello che da Roma via Pnrr è rimbalzato in Regione per fare fronte alle carenze messe a nudo dalla pandemia. Artefice della metamorfosi, Guido Grignaffini, direttore socio-sanitario dell’Asst Brianza: "La sfida è l’integrazione fra livelli diversi di servizi – spiega –. L’obiettivo è dare una risposta a tutto tondo ai bisogni delle persone, soprattutto dei più fragili e dei cronici. Tramite lavori strutturali, investimenti tecnologici e telemedicina mettiamo a disposizione degli operatori il contesto ideale per un potenziamento all’altezza della domanda di salute in arrivo dai cittadini".

"È importante che Vimercate sia una delle prime realtà individuate per il cambiamento – aggiunge il sindaco Francesco Cereda –. È un punto di partenza all’interno di un percorso più ampio: la Casa è aperta solo da pochi mesi e ci sarà bisogno di tempo, di lavoro e di dialogo per riempirla di tutti i servizi necessari a farla funzionare nel migliore dei modi". Punta invece al traguardo più arduo da raggiungere il direttore generale Marco Trivelli, assente all’appuntamento per motivi di salute. "C’è un’altra funzione, più difficile da interpretare. È quella di curare in ambito extra-ospedaliero; uno dei grandi rilievi mossi dalla crisi sanitaria è stata l’assenza, fuori dai reparti, di diagnosi e terapie. Qui – ha scritto nel suo messaggio il manager – stiamo provando a realizzare anche questo scopo".