A picco gli sfratti, separazioni con il botto

In calo pignoramenti e fallimenti. Quanto alla famiglia, a marzo l’inversione: il blocco delle udienze dimezza i divorzi, anche consensuali

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di Stefania Totaro

Con il coronavirus sono colati a picco sfratti, fallimenti e pignoramenti di beni mentre resta alto il numero di separazioni e divorzi, cause di lavoro ed espropri immobiliari. quanto emerge dall’analisi dei dati sull’attività del Tribunale civile di Monza nell’anno giudiziario 2020, che va dal luglio 2019 al giugno 2020. Dati che hanno fortemente risentito di una generalizzata e forte contrazione dei procedimenti aperti a partire dal marzo 2020, quando è scoppiata la pandemia. Per quanto riguarda il contenzioso ordinario, secondo la relazione stilata dalla presidente del Tribunale monzese Laura Cosentini, emerge che "il trend in calo dei giudizi di sfratto, in atto già da alcuni anni, si è notevolmente accentuato a causa dell’emergenza sanitaria". In sensibile calo anche le istanze cautelari e d’urgenza "per le medesime ragioni legate alla pandemia".

Per quanto riguarda la sezione Lavoro, "nell’ambito della perdurante crisi economica sul territorio brianzolo, si è mantenuto elevato il contenzioso per le rivendicazioni economiche dei lavoratori per il recupero di arretrati retributivi e per le impugnazioni di licenziamenti". A tenere ancora banco "la questione del precariato scolastico e in genere le problematiche del personale della scuola". L’analisi della sezione Fallimenti ed esecuzioni del Tribunale mostra che le dichiarazioni di fallimento sono diminuite ma "anche in questo settore ha inciso molto la legislazione d’emergenza che ha determinato l’improcedibilità per un lungo periodo di tempo, anche superiore al lockdown".

In diminuzione anche le procedure concorsuali e i concordati preventivi delle società. Per le esecuzioni immobiliari, "dopo un trend in aumento, si registra dal 2018 una flessione", mentre "restano ancora elevati i numeri delle procedure espropriative immobiliari" soprattutto tenendo conto che le normative sul Covid "hanno di fatto bloccato per un lungo periodo i pignoramenti e la liberazione degli immobili". In diminuzione anche le esecuzioni mobiliari relative a pignoramenti di beni diversi dagli immobili.

Passando al settore dedicato alla famiglia, bisogna fare una distinzione tra il prima e il dopo pandemia. Fino a marzo 2020 risultavano in aumento le separazioni consensuali e in calo quelle giudiziali, mentre risultavano in aumento i divorzi congiunti, con un calo di quelli contenziosi. Sempre elevati i procedimenti relativi a modifica di separazioni o divorzi, "ma soprattutto al contenzioso tra coppie di fatto per la gestione dei figli, spesso ad elevato tasso di litigiosità". Nel periodo post marzo si è invece assistito a un "netto calo delle sopravvenienze mediamente del 50% e delle definizioni pari a circa l’80%, ancora maggiore nei procedimenti di celere definizione come quelli consensuali dove il blocco delle udienze ha consentito di definire un numero limitato di procedimenti nei quali le parti hanno accettato la trattazione scritta", ideata proprio per evitare udienze in presenza con il rischio di assembramenti. La sospensione dell’attività civile in presenza per il rischio di contagio ha inciso negativamente anche sulle conciliazioni dei giudici, passate da 121 a 20 soltanto. Per quanto riguarda infine il settore della volontaria giurisdizione, quello che si occupa delle questioni relative alle famiglie e alle fasce deboli della popolazione, risultano in calo del 38% le successioni sempre "per ragioni dovute in maniera prevalente alla generale riduzione dell’attività nel periodo emergenziale".

Sempre consistenti, anche se in diminuzione "per ragioni presumibilmente riconducibili alla limitazione nel periodo emergenziale dei depositi di atti da parte di professionisti e degli accessi in Tribunale e presso gli sportelli territoriali da parte dei privati" i ricorsi al giudice tutelare e le richieste di nomina di amministratore di sostegno, calati del 19% rispetto all’anno giudiziario 2019, sempre "per ragioni legate all’emergenza epidemiologica".

L’emergenza coronavirus è stata pesante al Tribunale di Monza anche sul fronte delle pendenze di procedimenti civili. "Le definizioni si sono ridotte pressoché a un quarto di quelle dell’analogo periodo precedente", rileva Laura Cosentini. "Il blocco dei depositi previsto nell’arco di due mesi", quelli del primo lockdown, "deciso a tutela del personale che avrebbe dovuto procedere ad atti consentiti solo con presenza in sede, ha comportato il deposito solo di provvedimenti ritenuti urgenti".