Per approfondire:
Il 26 maggio scorso, la strage alla scuola di Uvalde (Texas): 19 bimbi e due insegnanti uccisi dalla furia omicida del diciannovenne Salvator Ramos che nelle settimane precedenti, proprio nel giorno del suo compleanno, si era regalato le due pistole automatiche utilizzate nella mattanza alla Robb Elementary School. A meno di un mese di distanza la Corte Suprema degli Stati Uniti ha bocciato come incostituzionale una legge dello stato di New York che da oltre un secolo limita il diritto di portare un'arma non a vista fuori dalla propria abitazione. "Dal momento che lo stato di New York concede autorizzazioni a portare le armi in pubblico solo a chi dimostra di aver una speciale esigenza di autodifesa, concludiamo che questo regime viola la Costituzione", si legge nella sentenza scritta da Clarence Thomas ed appoggiata dagli altri cinque giudici di orientamento conservatore, con i tre liberal contrari. L'indignazione Limitare l'uso delle armi, insomma, viola la Costituzione di un Paese la cui storia si è costruita sul culto delle Colt e dei Winchester, peraltro rafforzato nell'immaginario collettivo (americano e non) dai film western. E pazienza se molti di quei colpi erano sparati per sterminare gli indiani autoctoni ed impossessarsi delle loro terre. E pazienza se all'indomani dell'ennesima strage, a Uvalde, appunto lo stesso presidente Joe Biden si fosse scagliato apertamente contro la potente lobby delle armi Usa seguito da un'indignazione collettiva sfociata anche in una marcia contro l'uso delle armi organizzata l'11 giugno scorso, a Washington, dai ragazzi sopravvissuti ad un'altra strage, quella di Parkland. Le reazioni Joe Biden: "Sono profondamente deluso". Cosi' comincia il commento del presidente Usa, alla decisione della Corte Suprema di estendere il diritto a portare le armi anche fuori da casa, senza bisogno di avere una "necessita'" dichiarata. "Dal 1911 - ha aggiunto - lo Stato di New York ha richiesto agli individui che ...
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