Europa e Asia: montagne russe per le Borse, volano i prezzi di gas e petrolio

In grande affanno i titoli bancari. La giornata apre malissimo, poi i listini recuperano terreno dopo le aperture di Mosca alla pace, Wall Street con future in positivo

Titoli di Borsa (Afp)

Titoli di Borsa (Afp)

I venti di guerra in Ucraina hanno zavorrato fin dal matitno le Borse europee e asiatiche. I listini del Vecchio continente hanno avviato in forte calo la prima seduta della settimana. Le tensioni geopolitiche hanno fatto volare anche il prezzo del petrolio e del gas mentre permane il nervosismo dei mercati per le prossime mosse delle banche centrali per contrastare l’inflazione. I future, a lungo in deciso calo per i timori di un conflitto in Ucraina, indicano un'apertura intorno alla parita' a Wall Street, dopo che il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto che "ci sono possibilita' di accordo" con l'Occidente per evitare una guerra.

Venerdi', la seduta si era chiusa in forte calo, a causa delle preoccupazioni per l'inflazione e per la possibile invasione russa dell'Ucraina, segnalata come "imminente" dalle autorita' statunitensi. La possibilita' di un conflitto aveva dato una forte spinta al prezzo del petrolio Wti, che al Nymex aveva chiuso la giornata in rialzo di 3,22 dollari, il 3,6%, a 93,10 dollari al barile, mentre oggi e' per ora in calo dello 0,77% a 92,38 dollari. I tre maggiori indici sono reduci da una settimana in calo, con il Dow Jones che ha perso l'1%, lo S&P 500 l'1,8% e il Nasdaq Composite il 2,2%. Oggi, la giornata sara' priva di appuntamenti di nota.

Domani, attesi i prezzi alla produzione, che daranno un'altra indicazione sull'inflazione negli Stati Uniti. Sul fronte societario, in settimana attese le trimestrali, tra le altre, di Walmart, Nvidia, Cisco, Barclays e Airbnb. I future sul Dow Jones salgono di 7 punti (+0,02%), quelli sullo S&P 500 guadagnano 4 punti (+0,09%), quelli sul Nasdaq sono in rialzo di 12,50 punti (+0,09%). Euro in ribasso dello 0,40% a 1,1304 dollari. Il bitcoin sale dello 0,77% a 42.583 dollari.

Dolenti le note in marttinata. Avvio in flessione per Parigi (-2,05%), Francoforte (-2,33%), Londra (-0,11%), Madrid (-2,43%). Nel pomeriggio è attesa l’audizione della presidente della Bce, Christine Lagarde, al Parlamento europeo per il report annuale della banca centrale europea. La Borsa di Milano (-3,7%) scivola ancora, in linea con gli altri listini europei con i timori di una guerra in Ucraina.

 A Piazza Affari pesano le banche e le utility mentre prosegue la corsa del prezzo del petrolio e del gas. Lo spread tra Btp e Bund prosegue a 169 punti, con il rendimento del decennale italiano all’1,90%. I titoli del comparto bancario di Piazza Affari scambiano in pesante ribasso in avvio di seduta, affossati dalla crisi in Ucraina. 

Maglia nera del listino è Banco Bpm, in calo del 6,70% a 3,31 euro, dopo il rally dell’ottava precedente, alimentato anche dalle voci di una possibile offerta in arrivo lo scorso fine settimana da Unicredit (-5,99%). Bper Banca cede il 6,20% in attesa dell’offerta su Carige (+0,34%), Intesa Sanpaolo lascia sul terreno il 5,52% e Mps l’8,08%.

Borse asiatiche tutte in rosso per i timori legati al rischio di una guerra tra Ucraina e Russia, mentre l’Ue lavora ad un ampio pacchetto di sanzioni a Mosca. Ad Hong Kong l’indice Hang Seng ha chiuso a -1,41% a 24.556,57 punti. Shanghai e’ terminata a -0,98%, Shenzen a -0,77%, Seul a -1,57%. La peggiore Tokyo, a -2,23%.

Anche la borsa di Mosca scambia in pesante ribasso sulle tensioni in Ucraina e sulla minaccia di un’invasione del Paese da parte della Russia. L’indice Moex, in linea con il resto d’Europa, segna una flessione del 3,07% a 3.437 punti, mentre il Rtsi scivola del 3,76% a 1.415 punti.  Il mercato azionario russo e il rublo sono crollati con l'acuirsi delle tensioni sull'Ucraina. In mattinata, l'indice principale della Borsa di Mosca, l'RTS (denominato in dollari), e' sceso del 5%, per poi attestarsi a -4,23%. Dall'inizio dell'anno la perdita e' di oltre il 12%.

Il rublo e' fortemente sceso nei confronti della moneta europea, superando in apertura gli 88 rubli per un euro, per poi assestarsi intorno agli 86,5 rubli. Contro la valuta statunitense,il rublo ha iniziato la giornata oscillando intorno ai 78 rubli per dollaro, per poi assestarsi intorno ai 76,5 rubli. A fine gennaio la valuta russa aveva superato la barra simbolica degli 80 rubli per dollaro, la prima da novembre 2020, e l'euro superava i 90 rubli. La banca centrale russa era intervenuta sospendendo l'acquisto di valute estere nel tentativo di limitare le perdite.

Il rublo e la borsa di Mosca stanno soffrendo anche se il prezzo del petrolio e' alto, oltre i 95 dollari al barile il Brent e piu' di 92 dollari al barile l'"Urals" (petrolio russo), che di solito spinge la valuta russa. Anche in Ucraina il rischio di un'imminente invasione russa la situazione pesa sulle previsioni di crescita e sulla moneta (la grivna), che ha toccato il livello piu' basso degli ultimi quattro anni, appesantita dalla fuga di capitali, spingendo la Banca Centrale a spendere piu' di un miliardo di dollari per cercare di sostenerla

Le tensioni legate alla crisi ucraina continuano oltretutto  a spingere i prezzi dei prodotti energetici con la soglia dei 100 dollari al barile che sembra ormai a un passo, come dimostra l’andamento dei future sul Brent che nelle prime ore della giornata hanno sfiorato i 96 dollari e al momento si attestano a quota 95 (dopo le indicazioni giunte da Kiev sulla possibilità di mosse distensive verso Mosca). Quanto al Wti, guadagna al momento lo 0,70% con valori intorno ai 93,80 dollari al barile. 

Ma la corsa più forte è quella del Gas che viene trattato intorno a 4,11 dollari, in aumento di circa il 4,30% rispetto alla precedente chiusura. Si attendono ora sviluppi dopo l’annuncio ucraino, secondo il quale il Paese non chiederebbe di entrare nella Nato, in cambio della pace.