Ucraina, attacco dei separatisti filo russi: militare ferito da granata

Cresce la tensione ma per il momento si ragiona solo su sanzioni nei confronti di Putin

Kiev (Ucraina), 30 gennaio 2022 - In Ucraina la tensione è sempre più alta. Un militare ucraino è rimasto ferito da una granata anticarro sparata dai territori sotto il controllo dei separatisti filorussi nella provincia di Lugansk, nell'est dell'Ucraina. Lo hanno reso noto le Forze armate di Kiev.

La paura di un'imminente invasione russa cresce con il passare delle ore nonostante i tentativi di distensione della diplomazia internazionale.

Crisi Ucraina: perché ci interessa da vicino

«La Russia deve continuare con l'impegno diplomatico e ritirare le forze militari che ha accumulato lungo i confini dell'Ucraina e nei territori temporaneamente occupati». Il nuovo appello a Mosca è stato formulato dal ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba, attraverso un messaggio su Twitter. 

Nella Nato la Gran Bretagna ha mostrato i muscoli annunciando un ingente dispiegamento militare in Europa orientale e, soprattutto, sanzioni contro gli oligarchi vicini al Cremlino con forti interessi nella City. Contromisure economiche, vicine al via libera anche al Congresso Usa, che rimangono di fatto l'unica arma di ritorsione contro Mosca, perché l'Alleanza Atlantica ha ribadito che non invierà soldati nel Donbass in caso di invasione.

In questa crisi Mosca continua a giocare il ruolo della vittima, accusata senza fondamento di intenzioni bellicose e minacciata dai cannoni dell'Ovest schierati alle sue porte. I russi vogliono «relazioni rispettose tra eguali» con gli Stati Uniti e perché questo accada, ha spiegato il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, è stata presentata «una richiesta ufficiale ai colleghi della Nato e dell'Osce» perché spieghino in che modo vogliano impegnarsi a «non rafforzare la loro sicurezza a scapito di quella altrui»: non solo promesse ma garanzie giuridicamente vincolanti, ha sottolineato Lavrov. Confermando che la Russia giudica insufficiente la proposta americana di trattare su una riduzione degli armamenti in Europa ma non sull'allargamento a est della Nato.

Con Washington un nuovo confronto è atteso nelle prossime ore al Consiglio di sicurezza dell'Onu. «Un'occasione in più per i russi di trovare una via di uscita diplomatica», ha detto l'ambasciatrice americana a Palazzo di Vetro Linda Thomas-Greenfield, anche se in queste condizioni è difficile attendersi una svolta. Secondo il Pentagono, tra l'altro, la Russia ha continuato a spostare truppe al confine anche nel week-end. Tra i crescenti timori del governo ucraino, che attraverso il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ne ha invocato il ritiro.

Una risposta militare della Nato ad un attacco russo, in ogni caso, non è sul tavolo. «Non abbiamo piani per schierare truppe da combattimento» perché l'Ucraina non fa parte (per il momento) dell'Alleanza, ha spiegato il segretario generale Jens Stoltenberg, ricordando comunque che a Kiev viene fornito sostegno con attrezzature e armi difensive e addestramento. Aumenterà invece il numero dei militari occidentali schierati in Europa orientale, in funzione difensiva. La Gran Bretagna, ha annunciato Boris Johnson, è pronta ad un imponente spiegamento di truppe, navi da guerra e jet. In assenza di boots on the ground in Ucraina, l'opzione principale contro i russi è quella delle sanzioni.

Sempre da Londra la ministra degli Esteri Liz Truss ha annunciato che il parlamento sta per autorizzare misure contro «interessi russi che hanno rilevanza per il Cremlino». «Non ci sarà un posto dove nascondersi per gli oligarchi di Putin o le aziende impegnate a sostenere lo Stato», l'avvertimento. La ministra ha evocato anche misure energetiche, ma su questo dossier è più complicato trovare un'intesa con i partner europei.

Perché l'Ue dipende dalla Russia per circa un terzo delle sue forniture di gas. Non a caso il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha invitato ad evitare «una discussione pubblica su singoli strumenti». La questione Nord Stream 2, il gasdotto che arriva proprio in Germania, è molto delicata per Berlino. Negli Stati Uniti il Senato è sempre più vicino un accordo su un maxi provvedimento contro banche e debito russo, che il democratico Bob Menendez ha ribattezzato la «madre di tutte le sanzioni». Ma anche in questo caso non mancano gli appelli alla cautela. Secondo alcuni analisti citati dal New York Times, gli effetti potrebbero ricadere sull'economia europea e minacciare la stabilità del sistema finanziario globale. Senza contare i rischi che Mosca possa tagliare le forniture di gas o condurre cyberattacchi contro le infrastrutture americane e europee.