Trump cambia idea su Putin: "Fermatelo subito, l'invasione è un Olocausto"

Solo cinque giorni fa aveva definito lo zar "intelligente e geniale". Poi lascia intendere che si candiderà nel 2024. E il 59% dei Repubblicani è con lui

Amori infranti: anche Trump rinnega la vecchia amicizia con Putin dopo la guerra

Amori infranti: anche Trump rinnega la vecchia amicizia con Putin dopo la guerra

New York - Di fronte agli orrori della guerra, anche lui ha cambiato idea, come tanti occidentali ex amici o ammiratori di Putin. L’ex presidente Donald Trump, intervistato dalla conduttrice di Fox Business, Maria Bartiromo, ha definito l’invasione russa in Ucraina “un Olocausto” e ha esortato Mosca a cessare i combattimenti. Una grande svolta nei toni, da parte dell’ex presidente, rispetto alla scorsa settimana, quando aveva elogiato il presidente russo Vladimir Putin per la sua genialità e la capacità tattica.

Trump ha detto che la Russia deve “smetterla di uccidere queste persone” e ha suggerito che si potrebbe trovare un accordo per porre fine al conflitto. “Dovete trovare un accordo. Devono smettere di uccidere queste persone. Devono fermarlo, e devono fermarlo ora”, ha detto Trump alla conduttrice. L’ex presidente ha poi affermato che Mosca non sta rispettando gli Stati Uniti e che “gli Stati Uniti non stanno facendo nulla al riguardo” della guerra e della possibilità di fermarla. A proposito della possibile adesione alla Nato da parte dell’Ucraina, Trump ha risposto che “in questo momento, sarebbe molto più facile dire di sì rispetto a sei mesi fa”. 

L’uscita del tycoon cade proprio mentre per il tradizionale “straw poll“ (sondaggio informale) che chiude ogni anno i lavori della Conferenza dei conservatori americani (Cpac), è lui il candidato preferito dai repubblicani nella corsa alla casa Bianca del 2024. Fra i possibili candidati repubblicani per le presidenziali del 2024, il 59% dei presenti alla kermesse ha espresso la sua preferenza per The Donald, in aumento rispetto al 55% dello scorso anno. Lontano secondo è Ron DeSantis, il governatore della Florida, con il 28% dei consensi. 

Solo pochi giorni fa, pur definendo il conflitto in Ucraina «spaventoso» e «atroce», Trump aveva ribadito la sua ammirazione per l’«intelligente» Vladimir Putin, e scarica indirettamente la responsabilità dell’invasione russa in Ucraina sul «debole» e «incompetente» Joe Biden. Il rischio ora - avverte - è quello di un «grande conflitto in Europa», di una «guerra mondiale». Sul palco della Conservative Political Action Conference, a Orlando in Florida, Trump aveva poi fatto trapelare che potrebbe candidarsi nel 2024. 

«Abbiamo vinto due volte, possiamo vincere anche la terza», ha detto tornando a cavalcare la sua teoria delle elezioni rubate nel 2020. Con toni più pacati del solito, quasi ‘presidenzialì come notato dagli osservatori della tv di destra Newsmax, il tycoon ha intrattenuto la platea conservatrice dilungandosi sulla politica estera. Ha lodato il «coraggio» del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e spiegato come «il problema non è che Putin è intelligente, è che i nostri leader sono stupidi. Per me sarebbe stato facile mettere fine a questa farsa».

 Quanto sta accadendo in Ucraina «non sarebbe mai dovuto succedere. Se fossi stato alla presidenza, se non ci avessero rubato il voto, non sarebbe mai accaduto». E questo perché, ha detto, «con Putin avevo un’affinità. Lo sapeva che con me non poteva giocare». Ora invece «sta suonando come un tamburo Biden», un presidente debole che sta facendo male e che «ha fatto perdere al nostro paese la fiducia in se stesso». Trump ha quindi suonato la carica in vista delle elezioni di metà mandato e del 2024

«Salveremo il paese dalla distruzione della sinistra fascista», ha detto fra gli applausi del pubblico. L’attacco del tycoon piove su un Biden a picco nei sondaggi. Secondo le ultime rilevazioni di Washington Post-Abc News, solo il 37% degli americani lo promuove. Il presidente è bocciato sul fronte economico, sulla pandemia e anche sulla gestione della crisi in Ucraina. Proprio il conflitto con la Russia è al centro del primo discorso sullo Stato dell’Unione di Biden che, in uno strappo rispetto alla tradizione, verte maggiormente sulla politica estera che su quella interna.

 Martedì 1 marzo alla camera il presidente è atteso da un test cruciale fra la crisi ucraina e un’economia appesantita da una fiammata dell’inflazione che morde i portafogli degli americani. E il caro-vita è una minaccia per Biden e i democratici in vista delle elezioni di novembre, quando gli americani saranno chiamati a rinnovare il Congresso e lo faranno, con molta probabilità, con un occhio alle loro finanze più che all’Ucraina.

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