Tripoli (Libia) - Un Paese in fiamme per la lotta di potere tra i due leader rivali. È salito ad almeno 32 morti e 159 feriti il bilancio degli scontri armati iniziati venerdì a Tripoli tra i sostenitori dei governi rivali libici: lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità del governo di unità nazionale. In città è guerra tra le milizie fedeli al premier nominato dal Parlamento, Fathi Bashagha, e quelle che sostengono il primo ministro riconosciuto dall’Onu, Abdel Hamid Dbeibah.
Per tutta la notte di venerdi’ e l’intera giornata di ieri, spari ed esplosioni sono risuonati in diversi quartieri della capitale. Dallo scorso marzo, due esecutivi contrapposti si contendono il potere: sono quello di Abdelhamid Dbeibah, basato a Tripoli (la capitale, nell’Ovest del Paese) dal 2021 e riconosciuto dalla comunita’ internazionale e quello di Fathi Bachaga, voluto dai sostenitori del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, nell’Est del Paese con Bengasi come citta’ principale.
Gli scontri si sono conclusi con il fallimento del tentativo di Bachaga di spodestare il governo del suo rivale, secondo media ed esperti. I gruppi armati considerati “neutrali” in questa lotta, in particolare la Force al-Radaa, si sono schierati dalla parte di Dbeibah e il loro ruolo e’ stato decisivo per l’esito degli scontri.
Era la seconda volta che Bachaga, ex ministro dell’Interno, tentava di prendere il potere a Tripoli e gli scontri nella capitale sono stati i piu’ gravi dal giugno 2020, quando Haftar tento’ di conquistare militarmente la citta’, al culmine di una guerra civile che dura dalla caduta del regime di Muhammar Gheddafi nel 2011.